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LE DOMANDE DEGLI ELETTORI, GRANDI E PICCOLI, NELLA CACCIA AL VOTO PER LE COMUNALI: «QUANTO CI GUADAGNIAMO? COSA MI DARESTI?»

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Gli elettori cui viene chiesto il voto alle amministrative hanno la risposta pronta: « Cosa mi daresti »? È un effetto della preferenza unica e dell’elezione diretta del sindaco. È tra i meno nobili. Vuoi una cosa da me; che mi dai in cambio? Se devo preferirti a un altro, voglio farlo per un motivo preciso: un investimento. Il non detto: sei venuto a casa mia perché devo farti un favore, altrimenti non ti saresti scomodato; visto che ciascuno ha bisogno dell’altro, parliamone. Un santino per una cambiale. Tra uno « sta tranquillo, usciranno in quella sezione, puoi verificare » e un « non ti preoccupare, fai quel che devi, poi ci penso io », le promesse incrociate coprono il confine tra democrazia e prostituzione. Un voto può risultare determinante. L’ansia da genitore di figli considerati incapaci impone il sacrificio in cabina. Durante la consiliatura, appena la coalizione scricchiola, abbracci solidali accolgono mani tese, mendicanti tra gli scranni. Imprenditori e faccendieri a