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Politica. L’ESTATE SCABROSA DEI POLITICI, TRA LINGUE ROVENTI E MANINE IRREQUIETE

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Il premier Conte non ne può più. Leghisti e grillini sono ai ferri corti. Le elezioni europee incombono. L’asse di governo scricchiola. Emergono differenze e preoccupazioni: ciascuno dei due alleati teme l’altro. Il primo ministro è frastornato. Ha invocato la cabina di regia. Ci ha messo la faccia. Ma l’hanno vista in pochi. Anche tra i cinque stelle. Salvini lo ha relegato in un angolo. Accanto a Bonafede , Grillo e Toninelli . Alcuni non hanno gradito. Ma non possono raccontarlo. Il leghista ha rubato la scena a tutti. Senza soldi. Con qualche bugia e un manipolo di profughi. Tra un vu’ cumprà inseguito in spiaggia e una nave bloccata in porto. Fa incetta di “mi piace”. Racconta ciò che il popolo vuol ascoltare. Dà soddisfazione e conta di riceverne. I pentastellati temono un’emorragia di voti. Giustizia, Salute, Infrastrutture, Trasporti e il paccotto Di Maio sono campi minati: occorrono soluzioni e risorse; chiacchiere e buoni propositi non bastano. Il presidente della Repubbl

POLITICA. Al via il Governo Conte: Ok M5S - Lega.

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SALVINI E DI MAIO PREPARANO LE NOZZE CON I FICHI SECCHI Sergio Mattarella ce l’ha fatta . L’Italia e l’Europa tirano un sospiro di sollievo. Gli indisciplinati hanno superato l’esame di riparazione. Grazie alla tenacia del custode delle Istituzioni: un Democristiano, professore universitario, giudice costituzionale, più volte ministro; nato nel luglio del 1941, una settimana prima del rastrellamento e della deportazione degli ebrei; il padre, cinque anni dopo, è nell’Assemblea Costituente. Insomma, non proprio l’ultimo dei cretini. È stato sulla graticola, tra il Conte crash e il Conte trash . Ha rischiato di lasciarci le penne: Luigi Di Maio , capo politico dei grillini, ha evocato l’impeachment. Termine inglese che in italiano indica la messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica. I quarantenni lo associano alla vivacità della lingua di Monica Lewinsky e alla lunghezza e limpidezza di quella di Francesco Cossiga ; i sessantenni, agli aerei di Giovanni Leone , altro Pre

POLITICA. Nozze di Cana(nea)

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Di Maio, con la fronda di Fico, si promette in sposo a un Matteo. Alcuni pentastellati e i parlamentari di Renzi sono in subbuglio. Non gradiscono il possibile dialogo. Lo riferiscono le agenzie di stampa, dopo averlo rilevato dai social, dove impazza l’hashtag #senzadime. I militanti democratici potrebbero aggiungere “ ancora una volta ”: da anni invocano invano un #conme; nell’ultima legislatura, hanno cambiato più volte lo stato su Facebook, così: indifferenza, amarezza, sdegno. C’è chi è inciampato sulla rassegnazione, disertando le urne. Intanto, continuano le consultazioni per allestire una maggioranza di governo, magari gradita e che non faccia soccombere i partecipanti. Il Partito Democratico è di nuovo in gioco, grazie al Presidente della Repubblica, non per la capacità di rivendicare la propria centralità. Conta: le numerose correnti. Un tempo incutevano rispetto, erano la manifestazione di una sensibilità: un punto di vista, una prospettiva. Oggi sono un elenco di nomi, di

POLITICA. Silvio Berlusconi, dalle stelline di Arcore alle stelle grilline.

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Silvio c’è . Ancora. Lo testimonia la Presidente del Senato . Una donna, la prima. Come Eva. Con un peccato: remoto. Non originale, meno grave: la difesa del Capo . Il 14 settembre 2011, votò la costituzione in giudizio del Senato nel conflitto di attribuzione nei confronti della Procura di Milano. Come dire: Ruby è la nipote di Mubarak . Una macchia indelebile. Eppure siede sulla seconda poltrona dello Stato. Silvio l’ha premiata , proponendola a Salvini che ha assicurato i voti . Silvio c’è. E non è un male. Lo testimonia l’allestimento della coalizione del centrodestra. E il risultato conseguito : prima – aggettivo. Come prima, avverbio: quando scese in campo. Con Bossi , Fini e Casini . Prima, di nuovo aggettivo, un quarto di secolo dopo, senza di loro. Ma con Salvini e Meloni . E i casini di Arcore : quelli con l’iniziale minuscola. E con un altro contratto, firmato sulla stessa scrivania . E il nome sulla scheda elettorale. Nonostante l’incandidabilità. Matteo c’è. Sono due:

POLITICA. Nella notte della Repubblica, tra la stella Di Maio e il sole dell’avvenire

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« I vecchi non ci sono più e i giovani non ci sono ancora »: parole di Vattimo , attualissime. Come quelle di De Mita : « L’informazione è legata alla notizia del giorno, che per un verso sembra efficace e per l’altro cancella la memoria ». Nella notte della Repubblica, le lucciole grilline dispensano illusioni e incredulità, non luce e calore; insidie e ombre incombono. Il sentiero della politica, infangato, reso impraticabile dai partiti liquidi, è l’unica alternativa al baratro. Non ci si può fermare: uno sguardo al cielo e l’altro al passo da compiere, tra le nebbie delle ideologie evaporate. Tutti a naso in su: alcuni per recuperare le coordinate, altri per elaborare oroscopi. Con il Capo dello Stato raccolto in preghiera, per scongiurare il default. Enzo Biagi sosteneva che la messa in latino aveva una maggiore capacità di persuasione, anche se era meno comprensibile; in italiano rischia di essere banale. Come il linguaggio politico contemporaneo. Il futuro possibile si costrui