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Visualizzazione dei post con l'etichetta Angri - Comunicazione istituzionale

Angri. LE CIANTELLATE DEGLI ACROBATI POLITICI CALANO IL SIPARIO SUL CENTRO VACCINALE. NONOSTANTE IL GRAN NUMERO DI SOMMINISTRAZIONI.

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L’Asl ha gettato la spugna. E le chiavi del centro vaccinale. I responsabili del distretto hanno chiuso i battenti della struttura. Per evitare gli stracci che, da giorni, si lanciano i politici paesani. Amministrazione, opposizione, dentro e fuori il consiglio comunale, parlamentari e consiglieri regionali sono rimasti con il cerino in mano. Facendo la figura dei cretini, quando è iniziato lo scarica barile. Intanto, gli angresi dovranno recarsi a Scafati o Corbara. Per ora. Per i sessantenni cambia poco. Avranno ancora bisogno di un’auto. Come per raggiungere il confine con Sant’Antonio Abate. La politica, a tutti i livelli, ha fallito, di nuovo. Il sindaco non è riuscito ad allestire una soluzione più centrale. I parlamentari non gli hanno aperto gli occhi. E i consiglieri regionali hanno preferito tenersi fuori dalla mischia. La qualità dei protagonisti del disastro relega Angri nella periferia del buon senso. Isolata e trascurata. Sempre più. Altrove ci si è organizzati nelle pale

ANGRI. Mentre il sindaco Cosimo Ferraioli rischia di annegare nella palude delle emergenze, i suoi consiglieri rincorrono Dante. All’Inferno.

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« Fatti! Fatti! Non forse. Viviamo come bruti con i se e con i ma. Fatti, non forse: abbiamo smarrito la dritta via ma possiamo recuperare. Seguiamo virtute e canoscenza e vediamo dove ci portano. Cerchiamole. Sappiamo da dove siamo partiti e perché ma non dove vogliamo andare: ciascuno di noi non sa ben ridir come è entrato qua, tanto era pieno di sonno a quel punto che la via verace abbandonò. Scendiamo tra la gente, quella cresciuta scalza nei cortili: andiamo all’inferno ». La maggioranza consiliare ha celebrato il Dantedì . In presenza. Con l’intervento del moderatore, all’apertura dei lavori. Una lavata di testa e la solita citazione. Questa volta del Sommo. Prima che il Cavaliere , maestro di vita e politica nel centro destra, ricordasse la ricorrenza, qualcuno ha pensato che fossero parole di Ferruccio Iaccarino , omaggiato così dalla sua combriccola. Il busto del sindaco Giovanni Alfano non l’ha presa bene: si è girato da solo verso la parete. I consiglieri comunali che soste

ANGRI. La misura eroica delle parole e dei segni, tra cronaca cittadina, comunicazione istituzionale e propaganda politica

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Chi ha sale in zucca, quando comunica, se ne deve servire. Sempre che non lo consideri alla stregua della forfora, custodendolo come una reliquia. Usato con diligenza non fa male: aiuta a manifestarsi correttamente. Soprattutto quando si tiene conto dello stato, anche d’animo, del prossimo. Il segreto è nella giusta misura. Il pericolo è passare per furfante, ipocrita o scemo. Per evitarlo è bene provare prima di esporsi, verificando che non si sia andati oltre le intenzioni. L’ascolto della lettura di quanto si è scritto aiuta la comprensione sia della rappresentazione del proprio pensiero sia dell’interpretazione altrui. Ascoltandosi può accadere di detestarsi o compiacersi. Non sono pochi coloro che pensano una cosa e ne scrivono un’altra. Magari senza rendersene conto: vedono ciò che avevano in testa e non quello che c’è sul foglio, dove, a volte, la punteggiatura si confonde con la polvere precipitata nella fase di ricerca delle idee geniali. A prescindere dalla qualità dell’inchi

Angri. TRA I DIPENDENTI COMUNALI C’È CHI FA I SALTI MORTALI PER GARANTIRE I SERVIZI. MENTRE GLI AMMINISTRATORI SI AZZUFFANO

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La storia di Alfonso Toscano, l’uomo delle soluzioni. Tra pensionamenti, mancata programmazione delle sostituzioni e carenza di personale, si è caricato sulle spalle la macchina comunale, per non lasciarla cadere nel vuoto della politica . Chi fa da sé fa per tre. Anche al Comune di Angri. A prescindere dal profilo e dalle mansioni. Alfonso Toscano se ne è fatto una ragione: ha aperto la porta dell’ufficio messi, chiusa dal 14 gennaio. Senza indugiare, ha lasciato la poltrona di caposettore e si è accomodato alla postazione di Cosimo Rispoli , per aggiornare l’albo pretorio on line e rimettere in moto la macchina comunale. Il 3 febbraio, dopo venti giorni trascorsi alla ricerca di un collega libero, bendisposto.   Il responsabile delle Unità Operative Complesse Affari generali, Demografici, Fiscalità locale, Servizi Sociali, Servizi Scolastici, Personale, Sport, Cultura e Spettacolo ha riposto giacca e cravatta, smaltendo il lavoro arretrato. In soli tre giorni, ha esposto nella vetr

ANGRI. I CONTAGIATI, DALLO SCORSO MARZO, SONO OLTRE 1000.

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LA PAURA DELLA PANDEMIA, TRA POLITICI PAVONEGGIATI, PRUDENZA PROCLAMATA, PREGHIERE PROPIZIATORIE, PIGRIZIA PRATICATA E PRIORITÀ CHE PREMIANO I PRIVATI. Ce la siamo cavati. Tra lutti e bestemmie la pandemia ha toccato le quattro cifre. C’è poco da stare sereni. Volendo esser seri, bisogna ringraziare il caso e il Padreterno; non altri. Sono venuti meno tutti. A dispetto di ciò che raccontano. Gli angresi si sono scoperti soli e fragili. Quanto e più di chi avrebbe dovuto tutelarli. La politica si è distratta, l’amministrazione non è pervenuta, le autorità sanitarie hanno spento i telefoni, le forze dell’ordine i lampeggianti. Un contagiato ogni dodici famiglie può rappresentare un dato confortante. Come il numero dei decessi, al netto delle chiacchiere a vuoto su chi è morto a causa del Covid e chi, invece, con. Poteva andare peggio. Siamo passati dal “lavatevi le mani” a “me ne lavo le mani”. Abbiamo collezionato centinaia di fotografie e bollettini; ma non una risposta ai familiari de

Angri - Covid 19. SINCERITÀ DEI CONTENDENTI E LIMITI DELLA RAPPRESENTAZIONE

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L’esercizio del potere nei giorni del Coronavirus, tra insidie e opportunità La gestione dell’emergenza epidemiologica mal si concilia con la ricerca del consenso elettorale. In una comunità dove il più sano ha la rogna, la possibilità di inciampare su comportamenti inopportuni è dietro l’angolo. In un batter di ciglia passi da equilibrato e responsabile a idiota inadeguato. Le dichiarazioni dovrebbero essere improntate alla cautela e difesa della salute pubblica. Facile a dirsi, meno a farsi. Le lusinghe distraggono mentre le critiche infastidiscono. La manipolazione della credulità popolare fa gola, soprattutto se la platea è esausta e vulnerabile. La tentazione di usare “canali ufficiali” per assicurarsi interlocutori esclusivi è forte. Almeno quanto il desiderio di scovare l’errore di chi, all’improvviso, senza alcuna tutela, deve decidere. Nel mezzo c’è il buon senso; ci sono le persone perbene, coloro che si sono sacrificati per sé e il prossimo; quanti hanno preferito il silenzi