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ANGRI. L'amministrazione comunale, per celebrare il Patrono e seminare voti, nel farsi la croce "si ceca gli occhi". E la città si divide tra SGBT e LGBT, sotto il mantello del Santo

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San Giovanni è amante dei forestieri. Lo si sa. Il padrino più celebrato della cristianità è esigente. Abituato a cumparielli illustri, è intollerante agli indigeni inadeguati. Preferisce l’eccellenza d’importazione. Anche se poi si accontenta della normalità, come accade in tutte le coppie. Quando non ne può più guarda altrove. Non sempre gli dice bene. Sui principi non arretra, a costo di rimetterci la testa. Meglio che mangiarsi il fegato. Da Patrono va preso con le molle. Affittacamere e stranieri, osti e parcheggiatori lo adorano. Non è chiaro se ricambi le loro lusinghe. Con i politici di paese – sindaci, assessori e consiglieri comunali – va un po’ meno d’accordo. In particolari comunità, li ritiene imbarazzanti. Tende a liberarsene. Predilige i commissari prefettizi. Ne gradisce la sobrietà, la limpidezza, la vocazione alla trasparenza e la capacità di allontanare le tenebre del malcostume. Sulla luce non scherza. È un’autorità in materia. Ha tenuto a battesimo l’ Eletto ma h

Angri. LE CIANTELLATE DEGLI ACROBATI POLITICI CALANO IL SIPARIO SUL CENTRO VACCINALE. NONOSTANTE IL GRAN NUMERO DI SOMMINISTRAZIONI.

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L’Asl ha gettato la spugna. E le chiavi del centro vaccinale. I responsabili del distretto hanno chiuso i battenti della struttura. Per evitare gli stracci che, da giorni, si lanciano i politici paesani. Amministrazione, opposizione, dentro e fuori il consiglio comunale, parlamentari e consiglieri regionali sono rimasti con il cerino in mano. Facendo la figura dei cretini, quando è iniziato lo scarica barile. Intanto, gli angresi dovranno recarsi a Scafati o Corbara. Per ora. Per i sessantenni cambia poco. Avranno ancora bisogno di un’auto. Come per raggiungere il confine con Sant’Antonio Abate. La politica, a tutti i livelli, ha fallito, di nuovo. Il sindaco non è riuscito ad allestire una soluzione più centrale. I parlamentari non gli hanno aperto gli occhi. E i consiglieri regionali hanno preferito tenersi fuori dalla mischia. La qualità dei protagonisti del disastro relega Angri nella periferia del buon senso. Isolata e trascurata. Sempre più. Altrove ci si è organizzati nelle pale

ANGRI. La pessima lezione del buon maestro Barba e la irritante cronaca della diversamente simpatica giornalista Salzano

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Alberto Barba , consigliere comunale di maggioranza, insegnante presso il Terzo Circolo didattico di via Dante Alighieri, si è scagliato contro Roberta Salzano , giornalista de “Il Mattino”, colpevole di avere rilevato, nei primi giorni della campagna di vaccinazione, tra i soggetti in fila, la anomala consistenza della pattuglia di personale scolastico a lui riconducibile, per la comune provenienza, e la presenza di docenti in servizio in istituti dell’area stabiese vesuviana. Alberto Barba non ha gradito la segnalazione. E si è sfogato: attingendo al proprio bagaglio culturale, a piene mani; mostrando il carattere, senza veli. Con una retorica allestita per mettere in evidenza la cattedra che occupa, ha sollecitato le attestazioni di stima e le manifestazioni di solidarietà di coloro che lo seguono sulle pagine facebook: una vasta platea “turbata” dalla Salzano e composta da colleghi e genitori che, da anni, apprezzano virtù e abilità del maestro. Roberta Salzano è anche la moglie de

ANGRI. La misura eroica delle parole e dei segni, tra cronaca cittadina, comunicazione istituzionale e propaganda politica

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Chi ha sale in zucca, quando comunica, se ne deve servire. Sempre che non lo consideri alla stregua della forfora, custodendolo come una reliquia. Usato con diligenza non fa male: aiuta a manifestarsi correttamente. Soprattutto quando si tiene conto dello stato, anche d’animo, del prossimo. Il segreto è nella giusta misura. Il pericolo è passare per furfante, ipocrita o scemo. Per evitarlo è bene provare prima di esporsi, verificando che non si sia andati oltre le intenzioni. L’ascolto della lettura di quanto si è scritto aiuta la comprensione sia della rappresentazione del proprio pensiero sia dell’interpretazione altrui. Ascoltandosi può accadere di detestarsi o compiacersi. Non sono pochi coloro che pensano una cosa e ne scrivono un’altra. Magari senza rendersene conto: vedono ciò che avevano in testa e non quello che c’è sul foglio, dove, a volte, la punteggiatura si confonde con la polvere precipitata nella fase di ricerca delle idee geniali. A prescindere dalla qualità dell’inchi