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ANGRI, PIAZZA DON ENRICO SMALDONE. Breve storia triste di 7 fioriere rinnegate. I Carabinieri: sono pericolose, vanno rimosse. Dal Comune: non sono nostre

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Alcuni fanno quel che possono come sanno. Altri, come gli dicono di fare. Troppi, come gradirebbero quelli che contano, perché non si sa mai. In molti, nel dubbio, si astengono; per la gioia di chi avrebbe dovuto rimediare al disastro. È noto che quando l’asino non vuole bere è inutile fargli il verso per invogliarlo e illudersi che si convinca. In diversi uffici pubblici sono state allestite aree ludico ricreative per evitare che ai pigri incapaci venga in mente di lavorare. Nell’Italia dei caporali, dai campi alle caserme, si è meno indulgenti. Il comandamento non scritto, cui ispirarsi sempre e comunque, è « tu vatti a me e i’ vatto ‘o ciuccio »: tu picchi me e io percuoto l’asino. Senza temere frizzi e lesinare lazzi. A prescindere. Da tutto: regole, etica e buon senso. Perché « è meglio ‘nu ciuccio vivo ca ‘nu filosofo muorto »; tanto per non abbandonare la stalla. Il pericolo è nella misura: c’è un limite che non va superato, come in autostrada. Oltre incombe l’imprevisto, spesso

ANGRI. IMPAZZA LA POLEMICA SULLE SEDUTE DEL CONSIGLIO COMUNALE. IN PRESENZA PER SGHIGNAZZARE O IN STREAMING PER UNA SERATA ALLEGRA CON GLI AMICI?

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La celebrazione del consiglio comunale in presenza manca a molti. Soprattutto intellettuali e commentatori politici. Non gradiscono lo streaming . Pare non gli dia calore: non si appassionano, non li accende. Anche se riscuote un certo consenso tra i non addetti ai lavori. Non per la qualità del dibattito politico. L’audience è garantita dai pessimi rapporti con l’italiano, dall’abbigliamento tutt’altro che sobrio e dal disordine nelle stanze da cui i consiglieri si collegano. Coloro cui piace ridere delle disgrazie altrui possono farlo dal salotto di casa. Tant’è che in tanti si organizzano con i parenti, come facevano per seguire Gomorra . Trascorrono la serata tra pizze, birre, risate a crepapelle e inciuci. Senza preoccuparsi di raggiungere l’aula consiliare in piazza e liberi di dare fiato a commenti irripetibili. I duri e puri protestano. Ma sono gli stessi che in presenza telefonavano agli amici per dire: « non sai cosa gli è uscito di bocca ». Non che questi consiglieri comunal

ANGRI. Confermati i responsabili degli uffici comunali. Nonostante abbiano chiuso gli occhi sugli incassi spariti. Intanto la maggioranza si azzuffa

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Il sindaco Cosimo Ferraioli inciampa sulle nomine dei capisettore. E scontenta tutti. O quasi. I soli a scrollare le spalle, riconoscendone l’autonomia decisionale, sono i consiglieri responsabili, rappresentanti delle famiglie che ne hanno sostenuto la ricandidatura e non ne invadono la sfera di competenza. Gli altri hanno storto il naso. Ma se ne faranno una ragione. Anche perché c’è il bilancio da approvare: se vogliono aprire la borsa, per fare la spesa, lo devono votare. Se le famiglie da cui è stato adottato non mettono bocca sulle sue scelte, quelle da cui proviene gli danno più di un grattacapo. Almeno due nomine non sono piaciute ai cinque consiglieri del gruppo Cosimo Ferraioli sindaco. Una formazione eterogenea, dove si contano quattro fazioni, che faticano a raggiungere l’intesa sulle proposte da porre all’attenzione del primo cittadino. Solo la coppia Montella – Falcone , 577 voti in due, concorda il da farsi e parla con una sola voce. Ciascuno degli altri tre consiglier

ANGRI. Le preghiere del sindaco non fermano la pandemia. Manca una task force dedicata. E la capacità di correre seriamente ai ripari. Dopo un anno.

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Qualcosa è andato storto. I numeri non mentono. Nasconderli non rimuove il dramma. Attendere, poi, la soluzione dal Padreterno, con la preghiera serale, aiuta a dormire meglio. Ma ci si sveglia delusi. Oltre le nuvole hanno altre emergenze e poco tempo per rincorrere i cretini. Tanto che, all’ombra del Vesuvio, si sono affidati a uno che li scimmiotta ma non fa miracoli: tal  Vincenzo De Luca , lucano naturalizzato campano, signore, con la minuscola, solo di Salerno e dintorni. In provincia, i salviniani meloniani che amministrano Angri ce l’hanno messa tutta per arginare la pandemia. La buona volontà, però, senza una particolare attitudine, serve a poco. Così, si è passati dagli 8 contagiati del 1 aprile 2020, ai 2124 del 1 aprile 2021, compresi 1600 guariti e 11 deceduti. Non proprio un successo. Il virus ha bussato alla porta di una famiglia su quattro. Nonostante la zona rossa, la calendarizzazione della spesa e la chiusura di giardini e piazze. Se è vero che « puoi condurre l’a

ANGRI. La Giunta ha passato in rassegna il personale. La pianta organica è poco più di un cespuglio di rovi.

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Gli uffici comunali di piazza Crocifisso sembrano un ospizio. 47 dipendenti, di cui almeno tre prossimi alla pensione, in un deserto di scrivanie e sedie vuote. Pochi, stanchi e vecchi, non ne possono più. Nonostante l’assistenza di giovani nuove leve, alcune in transito verso i Comuni di residenza, che corrono da una stanza all’altra, per coprire le assenze di giornata e garantire i servizi, con la tensione, la pazienza e la partecipazione emotiva degli operatori geriatrici. Dei tre piani su cui si sviluppa l’edificio, il primo è il più affollato. Ma solo perché alle 12 persone che vi lavorano, bisogna aggiungere il segretario, il sindaco, i sette assessori ed i consiglieri comunali in perlustrazione. È anche il piano dei numeri: di chi li dà e di chi li sistema; di chi li rincorre nei codici e di chi li incolonna nelle buste paga. Ospita i Servizi finanziari, l’Avvocatura, gli Affari Generali, l’Ufficio Personale, l’Economo ed i gruppi politici. Gran parte dei dipendenti è al piano t

Angri. LA TERZA ONDATA COSTRINGE IL SINDACO AD ASCOLTARE I CONSIGLIERI PIÙ RESPONSABILI DELLA MAGGIORANZA. E AD AGIRE.

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Cosimo Ferraioli ha afferrato il toro per le corna. Prima che la situazione precipitasse. L’invito al Prefetto e la riunione con i dirigenti dell’Asl e delle scuole rappresentano un cambio di passo nella gestione dell’emergenza. Oltre che iniziative attese e non più rinviabili. Intanto i numeri preoccupano, come la sensazione che le azioni di contrasto siano inadeguate . Mentre i genitori lavoratori sono sull’orlo di una crisi di nervi e i presidi non sanno che pesci prendere. Nonostante commercianti e baristi siano più disciplinati dei colleghi del comprensorio, non è facile controllare il territorio se la polizia locale e i carabinieri sono impegnati nel lavoro d’ufficio. Con le scuole chiuse i ragazzini si riversano in strada e giocano con la sorte. Così pure troppi consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, alcuni assessori e politici paesani: il desiderio di primeggiare compromette la collaborazione necessaria e la sobrietà opportuna. È chiaro che se non si ha il coraggi

Angri. TRA I DIPENDENTI COMUNALI C’È CHI FA I SALTI MORTALI PER GARANTIRE I SERVIZI. MENTRE GLI AMMINISTRATORI SI AZZUFFANO

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La storia di Alfonso Toscano, l’uomo delle soluzioni. Tra pensionamenti, mancata programmazione delle sostituzioni e carenza di personale, si è caricato sulle spalle la macchina comunale, per non lasciarla cadere nel vuoto della politica . Chi fa da sé fa per tre. Anche al Comune di Angri. A prescindere dal profilo e dalle mansioni. Alfonso Toscano se ne è fatto una ragione: ha aperto la porta dell’ufficio messi, chiusa dal 14 gennaio. Senza indugiare, ha lasciato la poltrona di caposettore e si è accomodato alla postazione di Cosimo Rispoli , per aggiornare l’albo pretorio on line e rimettere in moto la macchina comunale. Il 3 febbraio, dopo venti giorni trascorsi alla ricerca di un collega libero, bendisposto.   Il responsabile delle Unità Operative Complesse Affari generali, Demografici, Fiscalità locale, Servizi Sociali, Servizi Scolastici, Personale, Sport, Cultura e Spettacolo ha riposto giacca e cravatta, smaltendo il lavoro arretrato. In soli tre giorni, ha esposto nella vetr