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Angri - I LADRI SFIDANO, LA CITTÀ RISPONDE. CARABINIERI NELL'ANGOLO, TRA GIUSTIZIERI E CRIMINALI

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Se ci si accorge dopo ventitré anni che corso Vittorio Emanuele è troppo stretto per consentire la sosta a pagamento e servono le forze dell’ordine per rimuovere 7 fioriere da piazza don Enrico Smaldone , si è messi male. Se rubano le auto nel rione Ingegno e i topi di appartamento fanno danni una notte sì e l’altra pure, in campagna, al centro e in montagna, si è messi peggio. Se si è costretti a tirare fuori i fucili da caccia, inseguire e sparare ai ladri, si è alla frutta. Anni fa, all’inizio di tutto questo pandemonio, il Prefetto sentenziò che non c’era alcuna emergenza criminalità: le statistiche fotografavano altro. A suo dire, evidentemente, mancavano le denunce. Una signora, dopo essersi ritrovata quattro balordi in casa, gli rivolse una domanda, tra lacrime e singhiozzi: « Eccellenza, i vostri carabinieri ce l’hanno la macchina per venire quando li chiamate? Noi cercavamo una sponda, per più controlli; voi ci state facendo un cazziatone ». Ci sarebbe poco da aggiungere. Ma

ANGRI, PIAZZA DON ENRICO SMALDONE. Breve storia triste di 7 fioriere rinnegate. I Carabinieri: sono pericolose, vanno rimosse. Dal Comune: non sono nostre

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Alcuni fanno quel che possono come sanno. Altri, come gli dicono di fare. Troppi, come gradirebbero quelli che contano, perché non si sa mai. In molti, nel dubbio, si astengono; per la gioia di chi avrebbe dovuto rimediare al disastro. È noto che quando l’asino non vuole bere è inutile fargli il verso per invogliarlo e illudersi che si convinca. In diversi uffici pubblici sono state allestite aree ludico ricreative per evitare che ai pigri incapaci venga in mente di lavorare. Nell’Italia dei caporali, dai campi alle caserme, si è meno indulgenti. Il comandamento non scritto, cui ispirarsi sempre e comunque, è « tu vatti a me e i’ vatto ‘o ciuccio »: tu picchi me e io percuoto l’asino. Senza temere frizzi e lesinare lazzi. A prescindere. Da tutto: regole, etica e buon senso. Perché « è meglio ‘nu ciuccio vivo ca ‘nu filosofo muorto »; tanto per non abbandonare la stalla. Il pericolo è nella misura: c’è un limite che non va superato, come in autostrada. Oltre incombe l’imprevisto, spesso

ANGRI. L'EVOLUZIONE DELLA CRONACA CITTADINA ESTIVA. DAL TRADIMENTO CONIUGALE AI CAMBI DI CASACCA DEI POLITICI. I NUOVI INTERESSI DEI LETTORI

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« Siate scandalosi. Sono neri, in spiaggia e in fabbrica. Vogliono distrarsi. Niente politica. Corna, pruriti, casalinghe perverse, maestre vogliose, universitarie generose e procaci. Nessun nome. Solo allusioni. Pochi riferimenti. I necessari a tenere la storia in piedi. Il resto ce lo metteranno loro. Fate in modo che ciascuno possa riconoscere la propria vicina ed il gioco è fatto. Controllate se ci sono case chiuse o privè. Avvisate i carabinieri prima di dare la notizia ». La convocazione giungeva puntuale a fine aprile. Prima che sbocciassero gli ombrelloni. In redazione avevano il muso lungo. Le vendite stavano per calare a picco. Come i tatuaggi delle milf. Non c’era tempo da perdere. L’estate era alle porte. Si imponeva la cronaca rosa, con tinte rosso fuoco. E un poco di fantasia. « Se non sapete come fare, sfogliate un fumetto per adulti e ne avrete di cose da scrivere ». Le indicazioni del capo erano chiare. Quanto i titoli e le locandine. La telefonata in caserma ci stava.

ANGRI. La pessima lezione del buon maestro Barba e la irritante cronaca della diversamente simpatica giornalista Salzano

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Alberto Barba , consigliere comunale di maggioranza, insegnante presso il Terzo Circolo didattico di via Dante Alighieri, si è scagliato contro Roberta Salzano , giornalista de “Il Mattino”, colpevole di avere rilevato, nei primi giorni della campagna di vaccinazione, tra i soggetti in fila, la anomala consistenza della pattuglia di personale scolastico a lui riconducibile, per la comune provenienza, e la presenza di docenti in servizio in istituti dell’area stabiese vesuviana. Alberto Barba non ha gradito la segnalazione. E si è sfogato: attingendo al proprio bagaglio culturale, a piene mani; mostrando il carattere, senza veli. Con una retorica allestita per mettere in evidenza la cattedra che occupa, ha sollecitato le attestazioni di stima e le manifestazioni di solidarietà di coloro che lo seguono sulle pagine facebook: una vasta platea “turbata” dalla Salzano e composta da colleghi e genitori che, da anni, apprezzano virtù e abilità del maestro. Roberta Salzano è anche la moglie de

Angri. LA PANDEMIA DEL MALCOSTUME, ANCHE POLITICO, LACERA UNA COMUNITÀ FRAGILE E IMPAURITA.

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La corsa al vaccino sta mostrando il peggio degli angresi. Con l’avvio della campagna di somministrazione si sono manifestati i vizi di una borghesia gretta e cafona. Roberta Salzano , giornalista de “ Il Mattino ”, con un post su facebook , ha denunciato le anomalie sconvenienti rinvenute osservando i privilegiati nella fila, al Centro Covid di Corbara. « Docenti regolarmente prenotati sono ancora in attesa mentre a quelli di un solo istituto è stata somministrata la prima dose ». Il riferimento, sebbene non compaia il nome, conduce a un plesso i cui vertici sono stati protagonisti di un rovente scontro epistolare con gli uffici comunali. L’elevato numero di candidati alla vaccinazione riconducibili allo stesso luogo di lavoro ha destato l’attenzione della cronista. Riconosciuti i volti e la provenienza, è giunta alla conclusione, sconfortante: « Che dire? Anche per vaccinarsi bisogna essere fortunati o forse raccomandati ». Se così fosse, sarebbe grave. C’è chi, però, fa notare che

ANGRI. La misura eroica delle parole e dei segni, tra cronaca cittadina, comunicazione istituzionale e propaganda politica

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Chi ha sale in zucca, quando comunica, se ne deve servire. Sempre che non lo consideri alla stregua della forfora, custodendolo come una reliquia. Usato con diligenza non fa male: aiuta a manifestarsi correttamente. Soprattutto quando si tiene conto dello stato, anche d’animo, del prossimo. Il segreto è nella giusta misura. Il pericolo è passare per furfante, ipocrita o scemo. Per evitarlo è bene provare prima di esporsi, verificando che non si sia andati oltre le intenzioni. L’ascolto della lettura di quanto si è scritto aiuta la comprensione sia della rappresentazione del proprio pensiero sia dell’interpretazione altrui. Ascoltandosi può accadere di detestarsi o compiacersi. Non sono pochi coloro che pensano una cosa e ne scrivono un’altra. Magari senza rendersene conto: vedono ciò che avevano in testa e non quello che c’è sul foglio, dove, a volte, la punteggiatura si confonde con la polvere precipitata nella fase di ricerca delle idee geniali. A prescindere dalla qualità dell’inchi