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KAKKIENTRUPPEN. Gli italiani, con Figliuolo, si ricordano di essere patrioti. E della naia. Dopo averla maledetta. Ma non sanno nulla del 25 aprile.

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Draghi ha sostituito Arcuri con Figliuolo : un generale degli alpini; che corre su e giù per la penisola, in mimetica, con la penna al vento . Michela Murgia si è detta preoccupata. Ciò è bastato per far insorgere il popolo delle divise e inondare facebook di foto a sostegno del militare, salvatore e servitore della Patria. Gli italiani hanno aperto il baule dei ricordi e si sono mostrati. Fieri e orgogliosi per aver assolto l’obbligo di leva. Come se avessero potuto scegliere. Un ritratto, farlocco, del Belpaese. Quello della cartolina rosa , dei sospiri degli innamorati nelle stazioni ferroviarie e dei fiumi di lacrime che allagavano le camerate. Del manifesto con la cornice tricolore, firmato dal generale Tinti . Delle notti insonni delle mamme. Delle malattie impronunciabili, sui certificati medici dei genitori; delle raccomandazioni politiche, delle preghiere al vescovo. Di Baglioni e Tornerò dei Santo California . Del rinvio per gli universitari. Era l’Italia dei marescialli.

Angri. LE CIANTELLATE DEGLI ACROBATI POLITICI CALANO IL SIPARIO SUL CENTRO VACCINALE. NONOSTANTE IL GRAN NUMERO DI SOMMINISTRAZIONI.

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L’Asl ha gettato la spugna. E le chiavi del centro vaccinale. I responsabili del distretto hanno chiuso i battenti della struttura. Per evitare gli stracci che, da giorni, si lanciano i politici paesani. Amministrazione, opposizione, dentro e fuori il consiglio comunale, parlamentari e consiglieri regionali sono rimasti con il cerino in mano. Facendo la figura dei cretini, quando è iniziato lo scarica barile. Intanto, gli angresi dovranno recarsi a Scafati o Corbara. Per ora. Per i sessantenni cambia poco. Avranno ancora bisogno di un’auto. Come per raggiungere il confine con Sant’Antonio Abate. La politica, a tutti i livelli, ha fallito, di nuovo. Il sindaco non è riuscito ad allestire una soluzione più centrale. I parlamentari non gli hanno aperto gli occhi. E i consiglieri regionali hanno preferito tenersi fuori dalla mischia. La qualità dei protagonisti del disastro relega Angri nella periferia del buon senso. Isolata e trascurata. Sempre più. Altrove ci si è organizzati nelle pale

ANGRI. Le preghiere del sindaco non fermano la pandemia. Manca una task force dedicata. E la capacità di correre seriamente ai ripari. Dopo un anno.

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Qualcosa è andato storto. I numeri non mentono. Nasconderli non rimuove il dramma. Attendere, poi, la soluzione dal Padreterno, con la preghiera serale, aiuta a dormire meglio. Ma ci si sveglia delusi. Oltre le nuvole hanno altre emergenze e poco tempo per rincorrere i cretini. Tanto che, all’ombra del Vesuvio, si sono affidati a uno che li scimmiotta ma non fa miracoli: tal  Vincenzo De Luca , lucano naturalizzato campano, signore, con la minuscola, solo di Salerno e dintorni. In provincia, i salviniani meloniani che amministrano Angri ce l’hanno messa tutta per arginare la pandemia. La buona volontà, però, senza una particolare attitudine, serve a poco. Così, si è passati dagli 8 contagiati del 1 aprile 2020, ai 2124 del 1 aprile 2021, compresi 1600 guariti e 11 deceduti. Non proprio un successo. Il virus ha bussato alla porta di una famiglia su quattro. Nonostante la zona rossa, la calendarizzazione della spesa e la chiusura di giardini e piazze. Se è vero che « puoi condurre l’a

ANGRI. La pessima lezione del buon maestro Barba e la irritante cronaca della diversamente simpatica giornalista Salzano

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Alberto Barba , consigliere comunale di maggioranza, insegnante presso il Terzo Circolo didattico di via Dante Alighieri, si è scagliato contro Roberta Salzano , giornalista de “Il Mattino”, colpevole di avere rilevato, nei primi giorni della campagna di vaccinazione, tra i soggetti in fila, la anomala consistenza della pattuglia di personale scolastico a lui riconducibile, per la comune provenienza, e la presenza di docenti in servizio in istituti dell’area stabiese vesuviana. Alberto Barba non ha gradito la segnalazione. E si è sfogato: attingendo al proprio bagaglio culturale, a piene mani; mostrando il carattere, senza veli. Con una retorica allestita per mettere in evidenza la cattedra che occupa, ha sollecitato le attestazioni di stima e le manifestazioni di solidarietà di coloro che lo seguono sulle pagine facebook: una vasta platea “turbata” dalla Salzano e composta da colleghi e genitori che, da anni, apprezzano virtù e abilità del maestro. Roberta Salzano è anche la moglie de

Angri. LA PANDEMIA DEL MALCOSTUME, ANCHE POLITICO, LACERA UNA COMUNITÀ FRAGILE E IMPAURITA.

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La corsa al vaccino sta mostrando il peggio degli angresi. Con l’avvio della campagna di somministrazione si sono manifestati i vizi di una borghesia gretta e cafona. Roberta Salzano , giornalista de “ Il Mattino ”, con un post su facebook , ha denunciato le anomalie sconvenienti rinvenute osservando i privilegiati nella fila, al Centro Covid di Corbara. « Docenti regolarmente prenotati sono ancora in attesa mentre a quelli di un solo istituto è stata somministrata la prima dose ». Il riferimento, sebbene non compaia il nome, conduce a un plesso i cui vertici sono stati protagonisti di un rovente scontro epistolare con gli uffici comunali. L’elevato numero di candidati alla vaccinazione riconducibili allo stesso luogo di lavoro ha destato l’attenzione della cronista. Riconosciuti i volti e la provenienza, è giunta alla conclusione, sconfortante: « Che dire? Anche per vaccinarsi bisogna essere fortunati o forse raccomandati ». Se così fosse, sarebbe grave. C’è chi, però, fa notare che

Angri. LA TERZA ONDATA COSTRINGE IL SINDACO AD ASCOLTARE I CONSIGLIERI PIÙ RESPONSABILI DELLA MAGGIORANZA. E AD AGIRE.

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Cosimo Ferraioli ha afferrato il toro per le corna. Prima che la situazione precipitasse. L’invito al Prefetto e la riunione con i dirigenti dell’Asl e delle scuole rappresentano un cambio di passo nella gestione dell’emergenza. Oltre che iniziative attese e non più rinviabili. Intanto i numeri preoccupano, come la sensazione che le azioni di contrasto siano inadeguate . Mentre i genitori lavoratori sono sull’orlo di una crisi di nervi e i presidi non sanno che pesci prendere. Nonostante commercianti e baristi siano più disciplinati dei colleghi del comprensorio, non è facile controllare il territorio se la polizia locale e i carabinieri sono impegnati nel lavoro d’ufficio. Con le scuole chiuse i ragazzini si riversano in strada e giocano con la sorte. Così pure troppi consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, alcuni assessori e politici paesani: il desiderio di primeggiare compromette la collaborazione necessaria e la sobrietà opportuna. È chiaro che se non si ha il coraggi

ANGRI. La scuola in presenza ai tempi del Covid tra il timore dei genitori, il silenzio dei dirigenti e gli artigli rapaci di parlamentari e amministratori locali

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Nei circoli didattici angresi si è scatenato l'inferno. I contagi hanno messo a nudo l'inerzia di chi avrebbe dovuto preparare e mettere in sicurezza la ripresa delle lezioni in presenza. I genitori rivendicano trasparenza e condivisione delle soluzioni. I vertici scolastici brancolano nel buio, mostrando il fianco a chi ne denuncia il decisionismo autoritario. Intanto i politici, locali e nazionali, ci marciano , alla ricerca di consensi. La cosa peggiore che si possa augurare ad un genitore pare sia la frequentazione di una chat di mamme. Corre voce che qualcuno ci ha lasciato le penne. Dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, ci sono uomini e donne che, nell’atrio di un plesso scolastico, si confrontano sulle politiche scolastiche, dandosi appuntamento sui social, per la condivisione delle riflessioni critiche elaborate nel corso della giornata. È il nuovo orizzonte della responsabilità genitoriale. Sulla graticola, ovunque e in tutte le lingue del mondo, finisce

ANGRI. I CONTAGIATI, DALLO SCORSO MARZO, SONO OLTRE 1000.

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LA PAURA DELLA PANDEMIA, TRA POLITICI PAVONEGGIATI, PRUDENZA PROCLAMATA, PREGHIERE PROPIZIATORIE, PIGRIZIA PRATICATA E PRIORITÀ CHE PREMIANO I PRIVATI. Ce la siamo cavati. Tra lutti e bestemmie la pandemia ha toccato le quattro cifre. C’è poco da stare sereni. Volendo esser seri, bisogna ringraziare il caso e il Padreterno; non altri. Sono venuti meno tutti. A dispetto di ciò che raccontano. Gli angresi si sono scoperti soli e fragili. Quanto e più di chi avrebbe dovuto tutelarli. La politica si è distratta, l’amministrazione non è pervenuta, le autorità sanitarie hanno spento i telefoni, le forze dell’ordine i lampeggianti. Un contagiato ogni dodici famiglie può rappresentare un dato confortante. Come il numero dei decessi, al netto delle chiacchiere a vuoto su chi è morto a causa del Covid e chi, invece, con. Poteva andare peggio. Siamo passati dal “lavatevi le mani” a “me ne lavo le mani”. Abbiamo collezionato centinaia di fotografie e bollettini; ma non una risposta ai familiari de

Angri - Covid 19. SINCERITÀ DEI CONTENDENTI E LIMITI DELLA RAPPRESENTAZIONE

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L’esercizio del potere nei giorni del Coronavirus, tra insidie e opportunità La gestione dell’emergenza epidemiologica mal si concilia con la ricerca del consenso elettorale. In una comunità dove il più sano ha la rogna, la possibilità di inciampare su comportamenti inopportuni è dietro l’angolo. In un batter di ciglia passi da equilibrato e responsabile a idiota inadeguato. Le dichiarazioni dovrebbero essere improntate alla cautela e difesa della salute pubblica. Facile a dirsi, meno a farsi. Le lusinghe distraggono mentre le critiche infastidiscono. La manipolazione della credulità popolare fa gola, soprattutto se la platea è esausta e vulnerabile. La tentazione di usare “canali ufficiali” per assicurarsi interlocutori esclusivi è forte. Almeno quanto il desiderio di scovare l’errore di chi, all’improvviso, senza alcuna tutela, deve decidere. Nel mezzo c’è il buon senso; ci sono le persone perbene, coloro che si sono sacrificati per sé e il prossimo; quanti hanno preferito il silenzi