ANGRI. Mentre il sindaco Cosimo Ferraioli rischia di annegare nella palude delle emergenze, i suoi consiglieri rincorrono Dante. All’Inferno.

«Fatti! Fatti! Non forse. Viviamo come bruti con i se e con i ma. Fatti, non forse: abbiamo smarrito la dritta via ma possiamo recuperare. Seguiamo virtute e canoscenza e vediamo dove ci portano. Cerchiamole. Sappiamo da dove siamo partiti e perché ma non dove vogliamo andare: ciascuno di noi non sa ben ridir come è entrato qua, tanto era pieno di sonno a quel punto che la via verace abbandonò. Scendiamo tra la gente, quella cresciuta scalza nei cortili: andiamo all’inferno».

La maggioranza consiliare ha celebrato il Dantedì. In presenza. Con l’intervento del moderatore, all’apertura dei lavori. Una lavata di testa e la solita citazione. Questa volta del Sommo. Prima che il Cavaliere, maestro di vita e politica nel centro destra, ricordasse la ricorrenza, qualcuno ha pensato che fossero parole di Ferruccio Iaccarino, omaggiato così dalla sua combriccola. Il busto del sindaco Giovanni Alfano non l’ha presa bene: si è girato da solo verso la parete.

I consiglieri comunali che sostengono Cosimo Ferraioli sono stati chiamati a raccolta dai responsabili della coalizione: i rappresentanti delle famiglie che hanno messo su le liste. Quelli che tengono al paese e detestano le brutte figure. Ancora capaci di arrossire quando leggono il disappunto di chi li ha votati. Pronti a metterci la faccia, se necessario. Con un sorriso per tutti ma intransigenti, innanzitutto con se stessi. Desiderosi di apparire e stupire. Ad ogni costo.

Si prendono sul serio, convinti di essere unti del Signore. Anche se poi il signore è solo il povero cristo della friggitoria, cui è sfuggito uno schizzo d’olio. Comunque sia, il moderatore l’ha fatta grossa. Certo che l’autore del discorso avesse preso lucciole per lanterne, ha rielaborato il testo mentre lo leggeva. Per dargli più senso, alla luce del cazziatone che aveva in mente. Senza risparmiarsi uno sguardo feroce all’addetto alla comunicazione. Ed è stata subito sera.

Barbara Alberti, in nome degli intellettuali del gruppo, si è detta contrariata. Ha piazzato il carico da novanta, quando il sindaco ha minacciato di gettare la spugna: «Non temiamo le urne. Potete dimettervi anche stanotte. Abbiamo oltre duemila follower. Gran parte bambini. Cresceranno e ricorderanno che mettiamo “mi piace” ai loro lavoretti; e li sosteniamo con “congratulazioni” e “complimenti”. Ciascuno ha una madre e almeno un padre: una forza da quattromila preferenze».

Il riferimento ai voti ha scatenato l’ira del moderatore: «Sono il primate degli eletti e l’unico che può essere sicuro di tornare. Abbiamo bisogno di maggiore concretezza. Con la fine della pandemia, potremo finalmente uscire di casa. Non voglio abbassare lo sguardo se incrocio un amico. O ci svegliamo o facciamo in modo che il contagio aumenti, continuando così, a far nulla, lasciando i problemi fuori e spostando quanto più in là la fine dell’emergenza e delle restrizioni».

Intanto le cose da fare si moltiplicano e accumulano di giorno in giorno. Occorre approvare il bilancio, far chiarezza sulla privatizzazione dei parcheggi, organizzare una squadra che controlli i positivi che se ne vanno a spasso, far partire i concorsi per assumere altri dipendenti comunali, mettere a punto un sistema serio di controllo del numero dei morti per covid, rimodulare la giunta superando gli equivoci legati alla nomina, non condivisa da tutti, di alcuni assessori.

I saggi della coalizione hanno, però, due assi nelle maniche. Alla riunione hanno assistito, senza partecipare, due consiglieri dell’opposizione. Un uomo e una donna: per rispettare la parità di genere. Sono considerati i riservisti e salvatori della consiliatura. A quanto pare, hanno seguito il dibattito con una diretta telefonica, all’insaputa dei presenti, grazie ad una talpa. Anche se c’è chi giura che fossero nella stanza accanto, con le orecchie appiccicate alla parete.

Di certo, non c’è niente di sicuro. Almeno da ottobre 2020, quando ci sono state le elezioni. Anche se c’è chi giura che nulla è cambiato rispetto ai cinque anni precedenti. Le notizie trapelate sull’incontro e di cui non si ha motivo di dubitare, sono state raccolte dai cronisti di Via Caiazzo, un foglio clandestino, di cui è ripresa la pubblicazione, per mettere in circolo informazioni che, nelle redazioni finanziate dai poteri occulti, cadono sotto la cesoia della censura.

La lezione. «Quando mai uno stupido è stato innocuo? Lo stupido più innocuo trova sempre un’eco favorevole nel cuore e nel cervello di quei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui: e sono sempre parecchi. Inutile poi aggiungere che niente è più pericoloso di uno stupido che afferra un’idea, il che succede con una frequenza preoccupante. Se uno stupido afferra un’idea, è fatto: su quella costruirà un sistema e obbligherà gli altri a condividerlo» - Ennio Flaiano.

Commenti

Post popolari in questo blog

POLITICA. L’EX SEGRETARIA DI BERLUSCONI CORRE AL CAPEZZALE DEL GOVERNO CONTE, CHE TIRA A CAMPARE IN ATTESA DEL VACCINO CENTRISTA

Angri. LE CIANTELLATE DEGLI ACROBATI POLITICI CALANO IL SIPARIO SUL CENTRO VACCINALE. NONOSTANTE IL GRAN NUMERO DI SOMMINISTRAZIONI.

LE DOMANDE DEGLI ELETTORI, GRANDI E PICCOLI, NELLA CACCIA AL VOTO PER LE COMUNALI: «QUANTO CI GUADAGNIAMO? COSA MI DARESTI?»

ANGRI. La scuola in presenza ai tempi del Covid tra il timore dei genitori, il silenzio dei dirigenti e gli artigli rapaci di parlamentari e amministratori locali

IL REDDITO DI CITTADINANZA A FEBBRAIO HA COMPIUTO 19 ANNI. LO INTRODUSSE BASSOLINO NEL 2004. ORA È IL PEGGIORE INCUBO DEI POLITICI

IL DECLINO DEI SERVIZI SEGRETI - HANNO PAURA DEL CIUFFO DI ORSINI. UNA VOLTA TEMEVANO LE BOMBE DEI TERRORISTI.

Angri. I CONTI CHE NON TORNANO, LA TAVOLA DEL PRINCIPE E IL VALORE DELLA DIAGNOSI PRECOCE DELL’INCAPACITÀ POLITICA DEI DIRIGENTI

POLITICA. Al via il Governo Conte: Ok M5S - Lega.

COSE TURCHE AL NAZARENO. IL FRATICELLO ENRICO LETTA SCHIVA LE DOMANDE DI MIELI SU ERDOGAN E DRAGHI. E DESCRIVE UN PARTITO CHE NON C’È. ANCORA.

KAKKIENTRUPPEN. Gli italiani, con Figliuolo, si ricordano di essere patrioti. E della naia. Dopo averla maledetta. Ma non sanno nulla del 25 aprile.