Angri. LA PANDEMIA DEL MALCOSTUME, ANCHE POLITICO, LACERA UNA COMUNITÀ FRAGILE E IMPAURITA.
Il riferimento, sebbene non compaia il nome, conduce a un plesso i cui vertici sono stati protagonisti di un rovente scontro epistolare con gli uffici comunali. L’elevato numero di candidati alla vaccinazione riconducibili allo stesso luogo di lavoro ha destato l’attenzione della cronista. Riconosciuti i volti e la provenienza, è giunta alla conclusione, sconfortante: «Che dire? Anche per vaccinarsi bisogna essere fortunati o forse raccomandati». Se così fosse, sarebbe grave.
C’è chi, però, fa notare che da una parte bisognava pure iniziare e visto che, prima o poi, saranno vaccinati tutti, conta poco chi si sia accomodato prima. L’osservazione non fa una grinza. Ma cozza con la creanza cui sono tenuti gli organizzatori del servizio. Evidentemente la valutazione dell’opportunità è stata interpretata nel senso dell’occasione da cogliere mentre la buona educazione è stata praticata informando e sollecitando alla prenotazione, prima, soltanto alcuni.
La Salzano ha segnalato anche la presenza di personale scolastico in servizio presso istituti che non hanno sede in Angri: «Docenti che lavorano in altri Comuni», che si sono imbucati «senza seguire l'ordine di prenotazione». Gli amministratori locali, intanto, badano bene a fare chiarezza. Soprattutto quelli che bivaccano all’ombra del sindaco Cosimo Ferraioli. Facendo leva sulla paura, fanno di tutto per fare passare il messaggio che la politica ci possa mettere lo zampino.
Nell’annunciare l’apertura del punto vaccinale in via Dei Goti, la struttura che cura la comunicazione del primo cittadino ha reso noto che «il supporto logistico per l’allestimento, e secondo le proprie competenze, è stata prerogativa dell’Amministrazione, pur essendo di piena competenza dell’ASL la procedura di individuazione, di svolgimento e somministrazione». Una rivendicazione ma anche il tentativo di schivare il colpo, atteso e sferrato da chi ha percepito favoritismi.
I furbetti della cattedra potrebbero non essere i soli ad aver beneficiato anzitempo del vaccino. Il sindaco Ferraioli e le famiglie che, dopo averne assicurato la rielezione, ne tengono sotto controllo le iniziative, hanno imposto il silenzio ai consiglieri di maggioranza. Ma non sono riusciti a zittire le gole profonde. Le indiscrezioni sussurrate nelle stanze dei bottoni hanno messo in circolo notizie che rischiano di investire la credibilità della classe politica angrese.
Volendo prendere per veri gli inciuci di palazzo è possibile ritenere che alcuni consiglieri comunali abbiano avuto una corsia preferenziale nella calendarizzazione delle somministrazioni. A discapito delle fasce deboli e delle categorie a rischio. Anche se non è da escludere che le malelingue in seno alla maggioranza, avuta notizia di uno o due infilati, stiano esagerando, creando scompiglio per gettare fango su personaggi di cui non gradiscono la sovraesposizione mediatica.
Tanta confusione e i pochi elementi certi consegnano al sindaco una triste verità: i colpi bassi gli sono stati inferti dalle persone a lui più prossime. Amici, parenti, parenti degli amici e amici dei parenti lo hanno messo in imbarazzo, compromettendo la percezione della bontà del suo operato. La ressa di voci e la canea che ne è derivata, con la caccia ai riscontri, hanno assunto dimensioni tali da consolidare e moltiplicare le incomprensioni tra i cittadini e la politica.
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