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ANGRI. Caterina e Alberto Barba aprono e chiudono l’elenco degli assessori della prima amministrazione Ferraioli.

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Nel mezzo: altri 12 nomi, 2 revoche, 6 dimissioni irrevocabili e qualche ripensamento  Il sindaco Cosimo Ferraioli , nella scorsa consiliatura (2015 - 2020), per varare la prima giunta ebbe bisogno di undici giorni: venne alla luce alle 14.02 del 14 luglio, sotto il segno del Cancro, ascendente Bilancia. La proclamazione degli eletti c’era stata il 3 luglio 2015. Il consiglio comunale si riunì il 10 luglio, di mattina. Dopo dieci giorni, nel pomeriggio, cambiò volto: in due preferirono l’esecutivo, lasciando il proprio scranno a coloro che li seguivano in lista. Caterina Barba , “Cosimo Ferraioli sindaco”, aprì le porte del consiglio a Vincenzo Fasano , accettando tre deleghe: « Pubblica istruzione; Cultura, eventi e spettacolo; Turismo ». Giuseppe D’Ambrosio , cui le urne avevano negato la poltrona di primo cittadino e al fianco di Ferraioli al secondo turno, scelse la fascia di vicesindaco e l’impegno diretto nei « Servizi sociali » e a favore delle « Fasce deboli », facendo spazio a

Angri. I CONTI CHE NON TORNANO, LA TAVOLA DEL PRINCIPE E IL VALORE DELLA DIAGNOSI PRECOCE DELL’INCAPACITÀ POLITICA DEI DIRIGENTI

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Il dato elettorale è chiaro: può essere letto, senza peli sulla lingua; sempre che se ne abbia voglia. Ferraioli ha ottenuto più voti di Mauri . Nel 2004, La Mura si affermò su Gallo per 24 preferenze. E fu l’inizio della fine: non per l’esito; per la genesi della candidatura di entrambi. Il cardiologo visse una breve stagione politica caratterizzata da palpitazioni quotidiane, sue e nostre, soprattutto per i conti del Comune. Al gastroenterologo si aggrovigliarono le budella. Sono trascorsi sedici anni. In consiglio comunale esordirono Onofrio Galasso , Serafina Fusco e Matteo Cirulli . Il primo, grazie al contributo determinante di Amedeo Sorrentino , il quale, alla fine anticipata della consiliatura, decise di non investire più su soggetti estranei alla famiglia; la seconda, è la già enfant prodige Gina, tra le persone più vicine a De Luca e protagonista della storia del Pd; il terzo, ha lasciato la scena alla moglie: Caterina Barba , figlia d’arte. Il centrodestra celebra l’af

ANGRI 1970 – 2020. DA UN ANTONIO ALL’ALTRO…

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  Il volo interrotto di una comunità che solcando il cielo si è bruciata le ali La campagna elettorale volge al termine, consegnandoci un primato: è la prima a non registrare il contributo della stampa e delle associazioni. Un dato inquietante per il feudo dell’emittenza televisiva e radiofonica. Le antenne private sono nate ad Angri, grazie all’intuizione e all’estro creativo di don Antonio Grassini (TRGA) e della famiglia Allegro (TeleAntares). Si sono radicate e moltiplicate con Tele Angri 1, Antenna 3 e le radio: Arcobaleno, Estasi Angri, Orion 2000. Francesco Fasolino e Vincenzo Vaccaro , negli anni settanta, hanno testimoniato il valore del giornalismo angrese, dai monti Lattari ai Picentini. TRGA aveva due posti riservati nel parcheggio del Tribunale di Salerno: era un’istituzione. La voce di Giulio Sacrestano ha tenuto insieme un’intera comunità, rappresentandola anche in consiglio comunale. Le dediche dell’Arcobaleno erano un rito domenicale, come la messa, la visita al ci

ANGRI - COMUNALI 1999. IL SOGNO INFRANTO DELLA SINISTRA UNITA.

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ALFONSO RAIOLA: L’ULTIMO CANDIDATO SINDACO COMUNISTA. DA ALLORA 20 ANNI DI DIBATTITI SULLE SFUMATURE DI ROSSO, FUORI DAL COMUNE Considerata la annunciata ed evidente pessima qualità della campagna per le amministrative, è necessario attingere allo scrigno dei ricordi per tentare di elevare il confronto. L’ultima stagione elettorale degna di nota risale al 1999. Furono settimane di intensa passione civile. Ciascuno sapeva da che parte stare e perché. C’erano ancora i partiti, qualche sede elettorale. Ci si distingueva per ideali, capacità progettuale e preoccupazioni per il futuro possibile. Il 15 maggio, Alfonso Raiola (PRC) e il professore Peppino Palumbo (Alleanza Nazionale) furono intervistati da un diversamente giovane cronista di Metropolis. Erano in corsa per la poltrona di primo cittadino. Non raccolsero quanto immaginato. Raiola registrò 464 preferenze: 29 meno della lista. Ma la sua visione e l’analisi della vigilia, dopo venti anni, sono attualissime:  « La sinistra si è con

ANGRI. LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA TRA IL CIVISMO DI INGENUI ASPIRANTI CONSIGLIERI E IL CINISMO DEI RECLUTATORI PREDATORI

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  LA SELEZIONE DEL CETO POLITICO, IL PESO DELLE FAMIGLIE E LA RACCOLTA DEL CONSENSO ALLA VIGILIA DELLE COMUNALI. LA PESSIMA GESTIONE DEL CASO MAINARDI E LE DISAVVENTURE DI MILO Chi ci mette la faccia rischia di rimetterci il grugno: oltre i selfie ci sono le segnaletiche e quando ti esponi non puoi scegliere da chi farti fotografare. Va addirittura peggio a chi giunge a conclusioni affrettate: deve temere anche gli autovelox. Secondo un vecchio adagio non è consigliabile sputare verso l’alto quando si è sotto la traiettoria tracciata dalla saliva: l’esito potrebbe essere imbarazzante. Come partecipare ad un evento pubblico con i pantaloni macchiati. Le luci della ribalta non sono compatibili con il rosso delle gote e il viola della giugulare. Timidezza e livore non si addicono a chi si espone. Al pari, chi ha paura non può scrivere la storia: un tratto lineare richiede una mano ferma. Magari può condizionare la narrazione ma non determinare gli eventi. Politici e cronisti si ritengono

Angri. LA POLITICA ARRETRA DI FRONTE ALLA CRIMINALITÀ, PREFERENDO, ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI, INCIUCI E CALUNNIE ANONIME

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Tre colpi di pistola rivendicano attenzione, analisi, riflessione e azioni. Più della comunicazione del numero dei guariti a due mesi dal contagio. Soprattutto ad Angri. Quella che da bambini descrivevamo come « ridente cittadina ai piedi dei Monti Lattari » rischia di diventare, di nuovo, uno scenario di guerra. Come accadde negli anni in cui le strade erano insanguinate dalla camorra. Attentati, agguati, inseguimenti e sparatorie già sono scritti nella storia di questa città. Se il sindaco annuncia una diretta video il giorno dopo il ferimento di un imprenditore, è ragionevole attendersi un grido d’allarme, un appello alle forze dell’ordine, la richiesta di convocazione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica: una levata di scudi per manifestare la opportuna preoccupazione e offrire la percezione che si è compresa la gravità dell’episodio. Non ti aspetti che si intrattenga solo sul saldo invariato dei positivi e l’ubicazione del mercato. Angri è una realtà complessa. Capace

Angri - Covid 19. SINCERITÀ DEI CONTENDENTI E LIMITI DELLA RAPPRESENTAZIONE

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L’esercizio del potere nei giorni del Coronavirus, tra insidie e opportunità La gestione dell’emergenza epidemiologica mal si concilia con la ricerca del consenso elettorale. In una comunità dove il più sano ha la rogna, la possibilità di inciampare su comportamenti inopportuni è dietro l’angolo. In un batter di ciglia passi da equilibrato e responsabile a idiota inadeguato. Le dichiarazioni dovrebbero essere improntate alla cautela e difesa della salute pubblica. Facile a dirsi, meno a farsi. Le lusinghe distraggono mentre le critiche infastidiscono. La manipolazione della credulità popolare fa gola, soprattutto se la platea è esausta e vulnerabile. La tentazione di usare “canali ufficiali” per assicurarsi interlocutori esclusivi è forte. Almeno quanto il desiderio di scovare l’errore di chi, all’improvviso, senza alcuna tutela, deve decidere. Nel mezzo c’è il buon senso; ci sono le persone perbene, coloro che si sono sacrificati per sé e il prossimo; quanti hanno preferito il silenzi

Politica. L’ESTATE SCABROSA DEI POLITICI, TRA LINGUE ROVENTI E MANINE IRREQUIETE

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Il premier Conte non ne può più. Leghisti e grillini sono ai ferri corti. Le elezioni europee incombono. L’asse di governo scricchiola. Emergono differenze e preoccupazioni: ciascuno dei due alleati teme l’altro. Il primo ministro è frastornato. Ha invocato la cabina di regia. Ci ha messo la faccia. Ma l’hanno vista in pochi. Anche tra i cinque stelle. Salvini lo ha relegato in un angolo. Accanto a Bonafede , Grillo e Toninelli . Alcuni non hanno gradito. Ma non possono raccontarlo. Il leghista ha rubato la scena a tutti. Senza soldi. Con qualche bugia e un manipolo di profughi. Tra un vu’ cumprà inseguito in spiaggia e una nave bloccata in porto. Fa incetta di “mi piace”. Racconta ciò che il popolo vuol ascoltare. Dà soddisfazione e conta di riceverne. I pentastellati temono un’emorragia di voti. Giustizia, Salute, Infrastrutture, Trasporti e il paccotto Di Maio sono campi minati: occorrono soluzioni e risorse; chiacchiere e buoni propositi non bastano. Il presidente della Repubbl

Politica. L’EVERSIONE SINISTRA NEI SILENZI E NELLE OMISSIONI DEL PARTITO DEMOCRATICO

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Il Partito Democratico ha abbattuto la Quercia, rimosso la S di sinistra e lasciato seccare la Margherita, sui cui petali ancora si legge « se candidi Rutelli contro Berlusconi sei idiota ». Concepito per accogliere i nipoti di Berlinguer e Moro , ha chiuso la porta a Bersani , Prodi e D’Alema . Alle ultime politiche è stato divelto da grillini e leghisti, cui sono andati i voti dei militanti del centrosinistra: dai pensionati agli insegnanti, dalle fabbriche agli uffici pubblici. Ora il Matteo buono è quello verde: come i marziani dei fumetti. Non più il rosso coatto di Rignano sull’Arno, che voleva cacciare i vecchi dal tempio, urlando « rottamiamoli », alla Chiambretti ; e che per rovesciare il banco del cambiavalute, ha sbattuto l’alluce contro la scrivania di Banca Etruria e Banca delle Marche, a piedi nudi. Gli italiani non l’hanno presa bene. Non per il livido e l’unghia nera fascista, ma per la sensazione di averci rimesso in sicurezza e risparmi. Matteo Renzi è rimasto solo,

POLITICA. Al via il Governo Conte: Ok M5S - Lega.

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SALVINI E DI MAIO PREPARANO LE NOZZE CON I FICHI SECCHI Sergio Mattarella ce l’ha fatta . L’Italia e l’Europa tirano un sospiro di sollievo. Gli indisciplinati hanno superato l’esame di riparazione. Grazie alla tenacia del custode delle Istituzioni: un Democristiano, professore universitario, giudice costituzionale, più volte ministro; nato nel luglio del 1941, una settimana prima del rastrellamento e della deportazione degli ebrei; il padre, cinque anni dopo, è nell’Assemblea Costituente. Insomma, non proprio l’ultimo dei cretini. È stato sulla graticola, tra il Conte crash e il Conte trash . Ha rischiato di lasciarci le penne: Luigi Di Maio , capo politico dei grillini, ha evocato l’impeachment. Termine inglese che in italiano indica la messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica. I quarantenni lo associano alla vivacità della lingua di Monica Lewinsky e alla lunghezza e limpidezza di quella di Francesco Cossiga ; i sessantenni, agli aerei di Giovanni Leone , altro Pre