ANGRI. Caterina e Alberto Barba aprono e chiudono l’elenco degli assessori della prima amministrazione Ferraioli.
Nel mezzo: altri 12 nomi, 2 revoche, 6 dimissioni irrevocabili e qualche ripensamento
Caterina Barba, “Cosimo Ferraioli sindaco”, aprì le porte del consiglio a Vincenzo Fasano, accettando tre deleghe: «Pubblica istruzione; Cultura, eventi e spettacolo; Turismo». Giuseppe D’Ambrosio, cui le urne avevano negato la poltrona di primo cittadino e al fianco di Ferraioli al secondo turno, scelse la fascia di vicesindaco e l’impegno diretto nei «Servizi sociali» e a favore delle «Fasce deboli», facendo spazio al cugino, Claudio D’Ambrosio, della civica “Città futura”.
Il sindaco nominò quattro assessori esterni: Maria Rosaria De Clemente; Giovanni Padovano; Danilo Avagnano e Pasquale Russo. L’esperienza della De Clemente – Ambiente e Agricoltura – si concluse, con le dimissioni, il 25 settembre dello stesso anno, dopo appena settantatré giorni. Il 13 ottobre, fu sostituita dalla professoressa Marta Pepe, che raggiunse i centoventuno giorni di permanenza: fu revocata da Ferraioli – il primo dei soli due casi registrati – l’11 febbraio 2016.
Il 1 marzo, esordì in giunta Maria Immacolata D’Aniello, terza dei non eletti in Fratelli d’Italia; le deleghe: Commercio e Arredo urbano, Attuazione del programma, Comunicazione e innovazione. D’Ambrosio ottenne i Lavori pubblici – fino ad allora gestiti dal sindaco – Sanità e Protezione Civile, prima assegnate ad Avagnano, il quale conservò Polizia locale, Cimitero, Patrimonio, Sport e Personale, aggiungendovi Manutenzione. Alla Barba andarono anche Ambiente e Agricoltura.
Pasquale Russo, perse Manutenzione e Commercio, recuperò Servizi sociali e Politiche giovanili, conservando Urbanistica e Suap. Anche Giovanni Padovano fu interessato dalla rimodulazione. Salutate Programmazione e risorse, Affari generali e Demografici, ricevette le deleghe al Bilancio e ai Rapporti con le partecipate. Dopo l’estate delle nomine, l’autunno delle dimissioni e l’inverno delle deleghe itineranti, venne la primavera e furono ancora dimissioni.
Avagnano gettò la spugna il 15 aprile; Giovanni Padovano il 30 maggio: lo sostituì Pasquale Pescino, il 12 luglio, ereditandone le deleghe, fino alla revoca intervenuta il 12 settembre dell’anno seguente. Il 21 luglio, la giunta si completò con la nomina di Anna De Cola, 69 preferenze nella lista “Forza Angri”. Tre gli ambiti operativi: Personale, Sport e Cimitero. Fino alla prima settimana di novembre, quando giunsero le dimissioni, come per De Clemente, Avagnano e Padovano.
Il 12 gennaio 2017, è la volta di Russo. Si dimise ma ci ripensò il 2 febbraio: stesso incarico, medesime deleghe. Ferraioli riportò la giunta a 5 assessori. Il 12 settembre aggiunse gli ultimi due, indicando Gaetano Mercurio e Maria D’Aniello. Lasciarono entrambi il consiglio comunale. Al primo subentrò Giuseppe Del Sorbo, secondo non eletto della lista “Cosimo Ferraioli sindaco”: il primo era stato Fasano; alla seconda, Grimaldi Vincenzo, primo non eletto di “Grande Angri”.
Del Sorbo, dopo le elezioni, era rimasto nell’orbita della maggioranza, collaborando in posizione di staff. A Mercurio andarono Lavori pubblici, Manutenzione, Arredo urbano, Contenzioso e Personale. Alla D’Aniello, Servizi sociali, Commercio e Politiche giovanili; nel 2019, si è resa protagonista di un’iniziativa balzata agli onori della cronaca: si è dimessa il 23 settembre, pur essendo sospesa per il commissariamento. Il sindaco l’ha rinominata, per riaverla in giunta dopo.
Il 2017 si concluse con la nomina di Roberto Falcone, il 22 dicembre. Per lui: Sport, Comunicazione, Innovazione, Bilancio, Diritti civili, Istituti di partecipazione, Lavori pubblici. Cedette il seggio in consiglio comunale ad Antonio Gerardo Palumbo, della lista “Uniti per Angri”; resistette sei mesi, fino al 27 giugno, quando si dimise. Il 28 settembre, il primo cittadino lo sostituì con Francesco Ferraioli, cui assegnò le sue deleghe oltre qualche altra di Caterina Barba.
Anche Francesco Ferraioli, prima dell’incarico, era tra i collaboratori del sindaco. La stagione delle dimissioni irrevocabili si chiude con l’abbandono della Barba – il 28 febbraio 2019 – e del D’Ambrosio, il 5 luglio. Ma questa è un’altra storia, tanto recente da essere cronaca dei giorni nostri. Quanto la nomina dell’ultimo assessore, che perpetuando la tradizione di un Barba in giunta, il 3 marzo 2020 porta Alberto alla Pubblica Istruzione e alla poltrona del vicesindaco.
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