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ANGRI. IMPAZZA LA POLEMICA SULLE SEDUTE DEL CONSIGLIO COMUNALE. IN PRESENZA PER SGHIGNAZZARE O IN STREAMING PER UNA SERATA ALLEGRA CON GLI AMICI?

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La celebrazione del consiglio comunale in presenza manca a molti. Soprattutto intellettuali e commentatori politici. Non gradiscono lo streaming . Pare non gli dia calore: non si appassionano, non li accende. Anche se riscuote un certo consenso tra i non addetti ai lavori. Non per la qualità del dibattito politico. L’audience è garantita dai pessimi rapporti con l’italiano, dall’abbigliamento tutt’altro che sobrio e dal disordine nelle stanze da cui i consiglieri si collegano. Coloro cui piace ridere delle disgrazie altrui possono farlo dal salotto di casa. Tant’è che in tanti si organizzano con i parenti, come facevano per seguire Gomorra . Trascorrono la serata tra pizze, birre, risate a crepapelle e inciuci. Senza preoccuparsi di raggiungere l’aula consiliare in piazza e liberi di dare fiato a commenti irripetibili. I duri e puri protestano. Ma sono gli stessi che in presenza telefonavano agli amici per dire: « non sai cosa gli è uscito di bocca ». Non che questi consiglieri comunal

IL PISELLINO IRREQUIETO DI GRILLO, IL FUOCO DI COPERTURA DI TRAVAGLIO E LE PAROLE INUTILI DEL CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE A DIFESA DEI PARLAMENTARI CON LA TOGA.

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« Papà, cos’è un’avventura »? L’uomo impallidì. Chiese aiuto alla moglie: « Senti un po’ tuo figlio cosa dice ». La risposta, immediata: « È una passeggiata con la sorpresa ». Il padre annuì. Come per dire: « Visto? C’è una risposta a tutto. Va tranquillo. Saremo al tuo fianco ». Il ragazzo è ormai un giovanotto. Ai cartoni animati preferisce le ragazze. Ne ha fatta di strada, dal salotto all’università. Certo di poter contare sulle braccia di papà e l’abbraccio di mamma. Come altri. Ad alcuni è andata peggio. Le domande sono cadute nel vuoto. Non sempre per colpe dei genitori: magari sono solo rimasti a bocca aperta, cercando la soluzione migliore, mentre i figli, stanchi di aspettare invano, hanno sbattuto la porta. La curiosità e la competizione fanno brutti scherzi. Si crede di seguire la buona stella e ci si imbatte nella cattiva sorte. Con i genitori che non riescono a tenere il passo. E, stupiti, non smettono di interrogare il rosario degli errori. Ne sanno qualcosa i Grillo . M

KAKKIENTRUPPEN. Gli italiani, con Figliuolo, si ricordano di essere patrioti. E della naia. Dopo averla maledetta. Ma non sanno nulla del 25 aprile.

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Draghi ha sostituito Arcuri con Figliuolo : un generale degli alpini; che corre su e giù per la penisola, in mimetica, con la penna al vento . Michela Murgia si è detta preoccupata. Ciò è bastato per far insorgere il popolo delle divise e inondare facebook di foto a sostegno del militare, salvatore e servitore della Patria. Gli italiani hanno aperto il baule dei ricordi e si sono mostrati. Fieri e orgogliosi per aver assolto l’obbligo di leva. Come se avessero potuto scegliere. Un ritratto, farlocco, del Belpaese. Quello della cartolina rosa , dei sospiri degli innamorati nelle stazioni ferroviarie e dei fiumi di lacrime che allagavano le camerate. Del manifesto con la cornice tricolore, firmato dal generale Tinti . Delle notti insonni delle mamme. Delle malattie impronunciabili, sui certificati medici dei genitori; delle raccomandazioni politiche, delle preghiere al vescovo. Di Baglioni e Tornerò dei Santo California . Del rinvio per gli universitari. Era l’Italia dei marescialli.

Angri. LE CIANTELLATE DEGLI ACROBATI POLITICI CALANO IL SIPARIO SUL CENTRO VACCINALE. NONOSTANTE IL GRAN NUMERO DI SOMMINISTRAZIONI.

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L’Asl ha gettato la spugna. E le chiavi del centro vaccinale. I responsabili del distretto hanno chiuso i battenti della struttura. Per evitare gli stracci che, da giorni, si lanciano i politici paesani. Amministrazione, opposizione, dentro e fuori il consiglio comunale, parlamentari e consiglieri regionali sono rimasti con il cerino in mano. Facendo la figura dei cretini, quando è iniziato lo scarica barile. Intanto, gli angresi dovranno recarsi a Scafati o Corbara. Per ora. Per i sessantenni cambia poco. Avranno ancora bisogno di un’auto. Come per raggiungere il confine con Sant’Antonio Abate. La politica, a tutti i livelli, ha fallito, di nuovo. Il sindaco non è riuscito ad allestire una soluzione più centrale. I parlamentari non gli hanno aperto gli occhi. E i consiglieri regionali hanno preferito tenersi fuori dalla mischia. La qualità dei protagonisti del disastro relega Angri nella periferia del buon senso. Isolata e trascurata. Sempre più. Altrove ci si è organizzati nelle pale

COSE TURCHE AL NAZARENO. IL FRATICELLO ENRICO LETTA SCHIVA LE DOMANDE DI MIELI SU ERDOGAN E DRAGHI. E DESCRIVE UN PARTITO CHE NON C’È. ANCORA.

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Paolo Mieli ha intervistato Letta , sotto i riflettori di Piazzapulita : Enrico , neosegretario del Partito Democratico di cui si vergognava Zingaretti; non Gianni , lo zio, già eminenza grigia del centro destra. Mieli : « Secondo lei, Erdogan è un dittatore »? Letta : « Secondo me, Erdogan non è tecnicamente un dittatore, perché ha un parlamento che lo ha eletto ». Mieli , guardando nel vuoto, tutt’altro che sorpreso e ondeggiando la testa: « Non è tecnicamente un dittatore, beh certo ». L’antefatto. Draghi ritiene che Erdogan sia un dittatore. Come mezzo mondo: l’altra metà non lo conosce. Tant’è che, riferendosi a lui, senza giri di parole, ha dichiarato che « con questi, chiamiamoli per quel che sono, dittatori, di cui si ha bisogno, uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute; deve essere anche pronto a cooperare per assicurare l’interesse del proprio paese. Bisogna trovare l’equilibrio giusto ». Messa così non gli si può dar torto. Letta , sbeffeggiato

ANGRI. Confermati i responsabili degli uffici comunali. Nonostante abbiano chiuso gli occhi sugli incassi spariti. Intanto la maggioranza si azzuffa

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Il sindaco Cosimo Ferraioli inciampa sulle nomine dei capisettore. E scontenta tutti. O quasi. I soli a scrollare le spalle, riconoscendone l’autonomia decisionale, sono i consiglieri responsabili, rappresentanti delle famiglie che ne hanno sostenuto la ricandidatura e non ne invadono la sfera di competenza. Gli altri hanno storto il naso. Ma se ne faranno una ragione. Anche perché c’è il bilancio da approvare: se vogliono aprire la borsa, per fare la spesa, lo devono votare. Se le famiglie da cui è stato adottato non mettono bocca sulle sue scelte, quelle da cui proviene gli danno più di un grattacapo. Almeno due nomine non sono piaciute ai cinque consiglieri del gruppo Cosimo Ferraioli sindaco. Una formazione eterogenea, dove si contano quattro fazioni, che faticano a raggiungere l’intesa sulle proposte da porre all’attenzione del primo cittadino. Solo la coppia Montella – Falcone , 577 voti in due, concorda il da farsi e parla con una sola voce. Ciascuno degli altri tre consiglier

ANGRI. Le preghiere del sindaco non fermano la pandemia. Manca una task force dedicata. E la capacità di correre seriamente ai ripari. Dopo un anno.

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Qualcosa è andato storto. I numeri non mentono. Nasconderli non rimuove il dramma. Attendere, poi, la soluzione dal Padreterno, con la preghiera serale, aiuta a dormire meglio. Ma ci si sveglia delusi. Oltre le nuvole hanno altre emergenze e poco tempo per rincorrere i cretini. Tanto che, all’ombra del Vesuvio, si sono affidati a uno che li scimmiotta ma non fa miracoli: tal  Vincenzo De Luca , lucano naturalizzato campano, signore, con la minuscola, solo di Salerno e dintorni. In provincia, i salviniani meloniani che amministrano Angri ce l’hanno messa tutta per arginare la pandemia. La buona volontà, però, senza una particolare attitudine, serve a poco. Così, si è passati dagli 8 contagiati del 1 aprile 2020, ai 2124 del 1 aprile 2021, compresi 1600 guariti e 11 deceduti. Non proprio un successo. Il virus ha bussato alla porta di una famiglia su quattro. Nonostante la zona rossa, la calendarizzazione della spesa e la chiusura di giardini e piazze. Se è vero che « puoi condurre l’a

ANGRI. Mentre il sindaco Cosimo Ferraioli rischia di annegare nella palude delle emergenze, i suoi consiglieri rincorrono Dante. All’Inferno.

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« Fatti! Fatti! Non forse. Viviamo come bruti con i se e con i ma. Fatti, non forse: abbiamo smarrito la dritta via ma possiamo recuperare. Seguiamo virtute e canoscenza e vediamo dove ci portano. Cerchiamole. Sappiamo da dove siamo partiti e perché ma non dove vogliamo andare: ciascuno di noi non sa ben ridir come è entrato qua, tanto era pieno di sonno a quel punto che la via verace abbandonò. Scendiamo tra la gente, quella cresciuta scalza nei cortili: andiamo all’inferno ». La maggioranza consiliare ha celebrato il Dantedì . In presenza. Con l’intervento del moderatore, all’apertura dei lavori. Una lavata di testa e la solita citazione. Questa volta del Sommo. Prima che il Cavaliere , maestro di vita e politica nel centro destra, ricordasse la ricorrenza, qualcuno ha pensato che fossero parole di Ferruccio Iaccarino , omaggiato così dalla sua combriccola. Il busto del sindaco Giovanni Alfano non l’ha presa bene: si è girato da solo verso la parete. I consiglieri comunali che soste

ANGRI. La Giunta ha passato in rassegna il personale. La pianta organica è poco più di un cespuglio di rovi.

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Gli uffici comunali di piazza Crocifisso sembrano un ospizio. 47 dipendenti, di cui almeno tre prossimi alla pensione, in un deserto di scrivanie e sedie vuote. Pochi, stanchi e vecchi, non ne possono più. Nonostante l’assistenza di giovani nuove leve, alcune in transito verso i Comuni di residenza, che corrono da una stanza all’altra, per coprire le assenze di giornata e garantire i servizi, con la tensione, la pazienza e la partecipazione emotiva degli operatori geriatrici. Dei tre piani su cui si sviluppa l’edificio, il primo è il più affollato. Ma solo perché alle 12 persone che vi lavorano, bisogna aggiungere il segretario, il sindaco, i sette assessori ed i consiglieri comunali in perlustrazione. È anche il piano dei numeri: di chi li dà e di chi li sistema; di chi li rincorre nei codici e di chi li incolonna nelle buste paga. Ospita i Servizi finanziari, l’Avvocatura, gli Affari Generali, l’Ufficio Personale, l’Economo ed i gruppi politici. Gran parte dei dipendenti è al piano t

ANGRI. La pessima lezione del buon maestro Barba e la irritante cronaca della diversamente simpatica giornalista Salzano

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Alberto Barba , consigliere comunale di maggioranza, insegnante presso il Terzo Circolo didattico di via Dante Alighieri, si è scagliato contro Roberta Salzano , giornalista de “Il Mattino”, colpevole di avere rilevato, nei primi giorni della campagna di vaccinazione, tra i soggetti in fila, la anomala consistenza della pattuglia di personale scolastico a lui riconducibile, per la comune provenienza, e la presenza di docenti in servizio in istituti dell’area stabiese vesuviana. Alberto Barba non ha gradito la segnalazione. E si è sfogato: attingendo al proprio bagaglio culturale, a piene mani; mostrando il carattere, senza veli. Con una retorica allestita per mettere in evidenza la cattedra che occupa, ha sollecitato le attestazioni di stima e le manifestazioni di solidarietà di coloro che lo seguono sulle pagine facebook: una vasta platea “turbata” dalla Salzano e composta da colleghi e genitori che, da anni, apprezzano virtù e abilità del maestro. Roberta Salzano è anche la moglie de