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POLITICHE 2022. DA LETTA A MELONI SI CELEBRA L’ITALIA DEI FRATELLI. DESTRA E SINISTRA CALPESTATE DALLE OSCENITÀ DI INTELLETTUALI FRACICHI E PROLETARI IMBORGHESITI.

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« La scena sembra tratta da Gomorra »: lo ha scritto Alessandro Sallusti ; e lo pensano in tanti. La rissa tra Albino Ruberti e i fratelli De Angelis , uno presente l’altro evocato, ha mostrato la cafonaggine dei democratici post comunisti. Ruberti , nella capitale, è una sorta di Gianni Letta dei poveri di idee, valori e soluzioni. Poco longa manus e molto dita di Antonio Casagrande in Così parlò Bellavista . I due De Angelis , nel frusinate, seminano candidati e raccolgono eletti. La Ciociaria è terra fertile. Lo è stata anche per Andreotti : grato, ricambiò, trasformando le preferenze in posti di lavoro. Un miracolo democristiano, stile Nozze di Cana . Lo sanno bene gli automobilisti che dall’autostrada contano le fabbriche . Allora c’erano anche i Comunisti ma erano diversi. La loro forza era il “noi”, ragionavano insieme, per gli altri. Oggi ciascuno pensa a sé e non va oltre l’io. Si segnalano pochissime eccezioni: giusto i parenti stretti e le mogli. Gomorra c’entra: p

IL DECLINO DEI SERVIZI SEGRETI - HANNO PAURA DEL CIUFFO DI ORSINI. UNA VOLTA TEMEVANO LE BOMBE DEI TERRORISTI.

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  Gli igienici ce li invidiano. I segreti lasciano a desiderare; il pensiero è lo stesso da anni: speriamo se la cavino. Spesso qualcosa sembra andare storto o non come gli osservatori si attendono. Gli italiani quando agiscono nell’ombra danno l’idea di muoversi bendati, nonostante sappiano inventarsi e offrire servizi come pochi altri. Sono quelli di Totòtruffa 62 e del Lodo Moro . Mica un popolo qualsiasi. Gente che sa il fatto suo e non teme ostacoli. Checché se ne racconti. Non c’è nefandezza nazionale di cui non si incolpino i servizi segreti. Se Darwin leggesse i giornali italiani darebbe alle fiamme e non alle stampe la teoria sull’evoluzione delle specie. È pur vero che siamo passati da Carlo Sforza , Alcide De Gasperi e Aldo Moro a Luigi Di Maio , Manlio Di Stefano e Marina Sereni . Ma siamo ancora quelli che vendono Lukaku a peso d’oro ai russi d’oltremanica e lo riprendono per una manciata di spiccioli. Se non è un servizio questo cosa lo è? Il problema sono i segr

CONFLITTI, CAROVANE, CONVOGLI, POVERTÀ. La deriva sovranista e il tramonto della politica

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Passare dai virologi ai generali non è un grande affare. La considerazione non cambia invertendo le figure. Le loro esternazioni televisive nuocciono alla serenità e al portafoglio. Soprattutto degli spettatori sensibili e in regola con il canone. Checché ne dicano i sostenitori dell’« occhio non vede, cuor non duole », il fondo del barile mette di cattivo umore anche i ciechi. Ai sordi non va meglio: le scene del dramma sono eloquenti e si rincorrono da un programma all’altro. La rissa sul ballatoio condominiale infastidisce. Più dei vicini rumorosi. Appiccicarsi allo spioncino non aiuta. Tutt’altro. Anche se si veglia sull’integrità dello zerbino. Chi si azzuffa ha torto. Sempre. Ancor di più se a farne le spese sono gli altri. Con buona pace del « fate ciò che volete ma a debita distanza », quando si passa dalle parole ai fatti, le ragioni dei contendenti svaniscono, portandosi via il sonno di chi deve rimediare, facendosi carico delle conseguenze. In particolari zone di guerra, ci

IL TRIBUNALE DI LOCRI ABBATTE IL MODELLO RIACE. MIMMO LUCANO INCIAMPA NELLA LEGGE. SOTTO LO SGUARDO ATTONITO DEI GIUSTI.

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  A Riace qualcosa è andato storto. E a Locri non è che vada tutto per il verso giusto. Mimmo Lucano ha strizzato l’occhio ai migranti e lo ha perso. Da quelle parti era incappato in una disavventura analoga anche Anfiarao : uno dei due bronzi. Rinvenuto in fondo al mare con le chiappe scoperte, fu scovato da Dante all’Inferno tra i fraudolenti. Era un indovino: il primo a quanto si racconta. Di quelli che non inventano ma vedono oggi ciò che accadrà domani e tra qualche giorno. Anfiarao non era un attaccabrighe. Se ne stava per i fatti suoi, lontano dai guai. Anche perché li prevedeva. Non come gli indovini dei giorni nostri, che rispondono « chi è »? al citofono. Aveva, però, una moglie sensibile al luccichio dei preziosi. Fu così che, annusato l’odore dello zolfo, notoriamente mai foriero di cose buone, pensò bene di darsela a gambe, per evitare di partecipare a un’azione punitiva, in cui sapeva che lui e i suoi amici ci avrebbero lasciato le penne. Mimmo Lucano non è un a

LE DOMANDE DEGLI ELETTORI, GRANDI E PICCOLI, NELLA CACCIA AL VOTO PER LE COMUNALI: «QUANTO CI GUADAGNIAMO? COSA MI DARESTI?»

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Gli elettori cui viene chiesto il voto alle amministrative hanno la risposta pronta: « Cosa mi daresti »? È un effetto della preferenza unica e dell’elezione diretta del sindaco. È tra i meno nobili. Vuoi una cosa da me; che mi dai in cambio? Se devo preferirti a un altro, voglio farlo per un motivo preciso: un investimento. Il non detto: sei venuto a casa mia perché devo farti un favore, altrimenti non ti saresti scomodato; visto che ciascuno ha bisogno dell’altro, parliamone. Un santino per una cambiale. Tra uno « sta tranquillo, usciranno in quella sezione, puoi verificare » e un « non ti preoccupare, fai quel che devi, poi ci penso io », le promesse incrociate coprono il confine tra democrazia e prostituzione. Un voto può risultare determinante. L’ansia da genitore di figli considerati incapaci impone il sacrificio in cabina. Durante la consiliatura, appena la coalizione scricchiola, abbracci solidali accolgono mani tese, mendicanti tra gli scranni. Imprenditori e faccendieri a

ANGRI, PIAZZA DON ENRICO SMALDONE. Breve storia triste di 7 fioriere rinnegate. I Carabinieri: sono pericolose, vanno rimosse. Dal Comune: non sono nostre

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Alcuni fanno quel che possono come sanno. Altri, come gli dicono di fare. Troppi, come gradirebbero quelli che contano, perché non si sa mai. In molti, nel dubbio, si astengono; per la gioia di chi avrebbe dovuto rimediare al disastro. È noto che quando l’asino non vuole bere è inutile fargli il verso per invogliarlo e illudersi che si convinca. In diversi uffici pubblici sono state allestite aree ludico ricreative per evitare che ai pigri incapaci venga in mente di lavorare. Nell’Italia dei caporali, dai campi alle caserme, si è meno indulgenti. Il comandamento non scritto, cui ispirarsi sempre e comunque, è « tu vatti a me e i’ vatto ‘o ciuccio »: tu picchi me e io percuoto l’asino. Senza temere frizzi e lesinare lazzi. A prescindere. Da tutto: regole, etica e buon senso. Perché « è meglio ‘nu ciuccio vivo ca ‘nu filosofo muorto »; tanto per non abbandonare la stalla. Il pericolo è nella misura: c’è un limite che non va superato, come in autostrada. Oltre incombe l’imprevisto, spesso

ANGRI. L'EVOLUZIONE DELLA CRONACA CITTADINA ESTIVA. DAL TRADIMENTO CONIUGALE AI CAMBI DI CASACCA DEI POLITICI. I NUOVI INTERESSI DEI LETTORI

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« Siate scandalosi. Sono neri, in spiaggia e in fabbrica. Vogliono distrarsi. Niente politica. Corna, pruriti, casalinghe perverse, maestre vogliose, universitarie generose e procaci. Nessun nome. Solo allusioni. Pochi riferimenti. I necessari a tenere la storia in piedi. Il resto ce lo metteranno loro. Fate in modo che ciascuno possa riconoscere la propria vicina ed il gioco è fatto. Controllate se ci sono case chiuse o privè. Avvisate i carabinieri prima di dare la notizia ». La convocazione giungeva puntuale a fine aprile. Prima che sbocciassero gli ombrelloni. In redazione avevano il muso lungo. Le vendite stavano per calare a picco. Come i tatuaggi delle milf. Non c’era tempo da perdere. L’estate era alle porte. Si imponeva la cronaca rosa, con tinte rosso fuoco. E un poco di fantasia. « Se non sapete come fare, sfogliate un fumetto per adulti e ne avrete di cose da scrivere ». Le indicazioni del capo erano chiare. Quanto i titoli e le locandine. La telefonata in caserma ci stava.

ANGRI. L'amministrazione comunale, per celebrare il Patrono e seminare voti, nel farsi la croce "si ceca gli occhi". E la città si divide tra SGBT e LGBT, sotto il mantello del Santo

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San Giovanni è amante dei forestieri. Lo si sa. Il padrino più celebrato della cristianità è esigente. Abituato a cumparielli illustri, è intollerante agli indigeni inadeguati. Preferisce l’eccellenza d’importazione. Anche se poi si accontenta della normalità, come accade in tutte le coppie. Quando non ne può più guarda altrove. Non sempre gli dice bene. Sui principi non arretra, a costo di rimetterci la testa. Meglio che mangiarsi il fegato. Da Patrono va preso con le molle. Affittacamere e stranieri, osti e parcheggiatori lo adorano. Non è chiaro se ricambi le loro lusinghe. Con i politici di paese – sindaci, assessori e consiglieri comunali – va un po’ meno d’accordo. In particolari comunità, li ritiene imbarazzanti. Tende a liberarsene. Predilige i commissari prefettizi. Ne gradisce la sobrietà, la limpidezza, la vocazione alla trasparenza e la capacità di allontanare le tenebre del malcostume. Sulla luce non scherza. È un’autorità in materia. Ha tenuto a battesimo l’ Eletto ma h

Angri. Paolo VI nel 1976 esortò alla sobrietà nelle celebrazioni del culto mariano. L'Espresso Sud fece luce sulle feste patronali nell'agro nocerino. E divampò la polemica. Dentro e fuori la Chiesa. Anche di San Giovanni

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Gli angresi non faranno la festa a San Giovanni . A differenza di Erode , che non ci pensò due volte. Quindi, niente bancarelle, fuochi, bande e struscio. A causa della pandemia. Nella seconda metà degli anni settanta, il periodico Espresso Sud si occupò delle manifestazioni patronali nell’agro nocerino. Scatenando l’inferno. Come Paolo VI : per recuperare il corretto esercizio del culto mariano, citò i riti scaramantici celebrati nei festeggiamenti per la Madonna delle Galline . A Pagani non la presero bene: ignorarono l’esortazione papale alla correzione. Ad Angri non andò meglio. Anzi. Anche se la riflessione di Sua Santità fu elaborata e condivisa da alcuni. Tra questi c’era un giovane prete, don Luigi La Mura , classe 1943, ordinato sacerdote il 6 luglio del 1969. La condanna di Paolo VI , del novembre 1976, cadde nel vuoto. Come l’invito alla sobrietà di don Luigi . Il Papa ci andò giù pesante, segnalando « punte di vera superstizione e paganesimo ». Il dossier giornalistico fu

ANGRI. IMPAZZA LA POLEMICA SULLE SEDUTE DEL CONSIGLIO COMUNALE. IN PRESENZA PER SGHIGNAZZARE O IN STREAMING PER UNA SERATA ALLEGRA CON GLI AMICI?

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La celebrazione del consiglio comunale in presenza manca a molti. Soprattutto intellettuali e commentatori politici. Non gradiscono lo streaming . Pare non gli dia calore: non si appassionano, non li accende. Anche se riscuote un certo consenso tra i non addetti ai lavori. Non per la qualità del dibattito politico. L’audience è garantita dai pessimi rapporti con l’italiano, dall’abbigliamento tutt’altro che sobrio e dal disordine nelle stanze da cui i consiglieri si collegano. Coloro cui piace ridere delle disgrazie altrui possono farlo dal salotto di casa. Tant’è che in tanti si organizzano con i parenti, come facevano per seguire Gomorra . Trascorrono la serata tra pizze, birre, risate a crepapelle e inciuci. Senza preoccuparsi di raggiungere l’aula consiliare in piazza e liberi di dare fiato a commenti irripetibili. I duri e puri protestano. Ma sono gli stessi che in presenza telefonavano agli amici per dire: « non sai cosa gli è uscito di bocca ». Non che questi consiglieri comunal