POLITICA. L’EX SEGRETARIA DI BERLUSCONI CORRE AL CAPEZZALE DEL GOVERNO CONTE, CHE TIRA A CAMPARE IN ATTESA DEL VACCINO CENTRISTA


Le notti in bianco dell’avvocato del popolo, tra gli schiamazzi della comitiva renziana, il sonno pesante di Zingaretti, gli incubi di Luigi Di Maio e la solidarietà dei vicini che si proclamano diversamente di destra

A star dietro a Conte e Renzi si perde il fiato e la testa. Rincorrere i senatori responsabili Maria Rosaria Rossi e Lello Ciampolillo, compromette la reputazione. Tentare di capire cosa è successo, è una perdita di tempo. La crisi di governo è un rompicapo. Nel paese dei falsi braccianti agricoli, degli incidenti stradali per frodare le assicurazioni e delle coppie che si separano per stare meglio insieme con il reddito di cittadinanza, la verità, a volte, è un atto di fede.

Renzi ce l’ha messa tutta per confondere le acque. Da tre anni a questa parte. Prima spingendo i grillini nelle braccia di Salvini, poi imponendoli al partito democratico, infine consegnandoli agli amici di Berlusconi. In pratica, ne dispone come vuole. Assicurando, sempre, un posto al sole a Conte e Di Maio; e raccogliendo quanto richiesto. Mentre Di Battista urla il proprio disappunto dalla piazza. Se questo è ciò che è accaduto, non si comprende dove voglia andar a parare.

La serietà impone di non considerarlo fesso. Il timore di passare per complottisti frena la fantasia. Ciò nonostante, una spiegazione deve pur esserci. La senatrice Rossi, dopo l’addio della Pascale, al netto della accompagnatrice di turno, è la persona più vicina al Cavaliere. Da sempre. Non se ne può non tener conto: significherà qualcosa. Tra i tanti che avrebbero potuto sostenere Conte, è stata scelta lei, “la preferita”. Con tanto di visita a palazzo Chigi, dopo il voto.

Da una Maria Rosaria all’altra, il passo è breve ma è opportuno procedere con cautela. Non fosse altro che per le diverse abilità di ciascuna. L’onorevole Carfagna, in Campania, ha dialogato con Renzi, schierandosi al fianco di De Luca e inserendo candidati nelle liste di Italia Viva. Senza farne mistero. A dispetto della figura esile, il suo peso politico è tale che le ha consentito di imporre a Berlusconi la esclusione della De Girolamo dalla competizione politica del 2018.

Per quanto complesso e confuso, il quadro offre alcuni elementi degni di riflessione. Renzi, dopo aver rotto la catena, non si allontana dalla cuccia, abbaiando alla luna il proprio amore per la nazione e latrando alle stelle che non ce l’ha con il padrone. Berlusconi, temendo la Casa delle Libertà più della casa di riposo, invia una esploratrice, addirittura la “badante” per le malelingue, a sincerarsi della qualità della accoglienza offerta da chi decide le sorti del paese.

Non sempre c’è un perché ma cercarlo, senza farsene una malattia, non nuoce alla salute. Ricapitolando: il Cavaliere ha teso la mano a Conte e Renzi, il quale, magari anche solo per contenere il contagio, secondo alcuni sovranista, ha preso le distanze da Conte, avvicinandogli Berlusconi, che non c’è ma è dato per presente. Salvini e Meloni, prossimi allo strappo di Forza Italia, non ne fanno un dramma e si preparano a condividere le parole e le preoccupazioni di Di Battista.

Messa così, sembra filare. Soprattutto in vista delle prossime politiche e delle insidie legate sia alla selezione dei candidati sia alla assegnazione dei collegi in cui l’esito della votazione è scontato. La riduzione dei parlamentari è una criticità da gestire. I cinquestelle hanno dimostrato che oltre alla buona volontà occorre altro. Finalmente. E che alla poltrona ci si affeziona. Con meno posti a disposizione bisogna scongiurare l’ingresso di personaggi poco affidabili.

Dato lo scossone, è necessario stabilizzare il sistema. Per garantirne la tenuta. L’emergenza pandemica e il semestre bianco – durante il quale il Capo dello Stato non potrà sciogliere le Camere – aiutano, restringendo il periodo in cui è prevedibile attendersi fenomeni di assestamento. Il Governo deve recuperare la credibilità richiesta dai mercati internazionali e abbattere le tensioni sociali, iniettando dosi di fiducia ed euro. In troppi sono esausti e alla canna del gas.

Enzo Biagi, intrattenendosi sull’Amore, con la maiuscola, raccontava di una puttana che, durante la guerra, in un paese dove erano arrivati i marocchini, vogliosi e stupratori, correva da un posto all’altro in bicicletta per salvare “quelle perbene”. Volendo attribuire i ruoli e considerati i copioni recitati finora dai protagonisti dello scontro cui stiamo assistendo, è complicato decidere chi debba essere la puttana che si sacrifica, chi “quelle perbene” e chi i marocchini.

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