Angri. VIA DANTE ALIGHIERI – GLI ESPERIMENTI LETALI CHE LASCIANO A BOCCA APERTA

Il rapporto tra i dipendenti comunali e i politici, in alcune realtà, è perverso. Fossero una coppia, si potrebbe descrivere come un “amore malato”: uno dei due subisce e accetta inerme i soprusi e le angherie dell’altro, per amore dei figli. In questo scenario, accade che i dirigenti, pur di non perdere la poltrona, siano costretti a scrivere sotto dettatura del potente di turno, il quale, a sua volta, tiene per la gola l’amministrazione, grazie ai consiglieri che controlla.

Nei comuni piccoli il fenomeno assume dimensioni imbarazzanti, precipitando nello sconforto gli osservatori, costretti a leggere nefandezze prossime a «Romolo fondò Roma dopo aver ammazzato la lupa con un remo». L’autore, consapevole della imbecillità che propone, non può sottrarsi. Se si rifiutasse di assecondare il suggeritore, rischierebbe posto e soldi: scelta coraggiosa, giusta ma non consigliabile. Tant’è che, nove volte su dieci, si tura il naso e firma a occhi chiusi.

Da quando l’inadeguatezza ha invaso e contaminato consigli e giunte, la produzione letterale oscena è aumentata a dismisura, esposta, senza pudore e remore, nell’atrio di ciascuno degli oltre ottomila comuni italiani. Per rincorrere i voti e assicurarsi un domani, ci si inventa di tutto. Il rimedio infallibile: una sonora pernacchia. La situazione peggiora, però, se si fiuta l’affare: quello che garantisce la svolta, come il biglietto vincente, milionario, del gratta e vinci.

Il «voglio proprio vedere fin dove intendono spingersi; prima o poi rinsaviranno», non aiuta: l’attesa è inutile e deleteria. Dopo il primo passo, ci sono il secondo e il terzo, l’uno più sicuro dell’altro, nella convinzione che il traguardo si avvicini e la sciocchezza o il proposito occulto e remunerativo sia passato senza destare alcuna attenzione, preoccupazione o sdegno. Tipo: «questi fessacchiotti non se ne sono accorti e non hanno protestato, posso continuare in pace».

Tanta desolazione rende arduo e pericoloso l’esame degli atti. La probabilità di incappare in un errore di interpretazione è elevatissima, al pari dell’inciampo in un pregiudizio. La ricerca dei motivi di provvedimenti apparentemente inspiegabili presenta le stesse insidie di un campo minato e di un pascolo di bufale: si può calpestare un ordigno o scivolare sul letame. Il risultato: nell’uno e nell’altro caso, è compromessa, irrimediabilmente, la genuinità della conclusione.

Se in ogni dove le dinamiche sono queste, c’è poco da stare allegri e ancor meno da fare. Certe invenzioni non hanno alcuna ragionevole giustificazione. Esempio: in una ridente cittadina ai piedi dei monti Lattari, in una strada a senso unico, con marciapiedi tanto stretti da essere quasi inutilizzabili, è istituito il divieto di sosta e fermata, dalle 07.00 alle 14.00, per tutelare la incolumità degli alunni che frequentano gli istituti – primaria e medie – presenti in zona.

Messa così, non fa una grinza. Poi, viene fuori che si tratta di via Dante Alighieri in Angri. A questo punto casca giù il mondo. Le mani si perdono nei capelli e iniziano a scuotere la testa. Per evitare che i bambini siano investiti, le mamme devono lanciarli in corsa, oltre il recinto della scuola; mentre i più grandicelli salgono e scendono come i cugini Duke dal Generale Lee in Hazzard. Uno normale griderebbe alla follia. Ma trovarlo è una impresa: sono pochi e solitari.

L’iniziativa è talmente sgraziata che non merita alcun commento. Al pari del piagnisteo dei residenti e dei commercianti. Posto che degli scontrini e delle auto sotto casa il prossimo potrebbe anche fregarsene, non è tollerabile che si giochi con la vita dei ragazzi, proponendo sperimentazioni. Sarebbe bastato chiudere la strada per trenta minuti e mettere in sicurezza, con dei paletti, un tratto del rione Ingegno. Senza tener conto dei parcheggi alla stazione e in via Badia.

A pensar male non si va molto lontano ma non è detto che si sbagli. Per quanto non stia né in cielo né in terra la relazione tra danno scongiurato e soluzione offerta, c’è da pensare che si tratti di un’operazione di distrazione di massa, volta a distogliere lo sguardo dalle strisce blu e dal senso unico di marcia che interesseranno corso Vittorio Emanuele, con l’inversione della viabilità sulla appena scoperta via Desiderio. Una novità da decine di migliaia di euro all’anno.


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